Roberto Carminati, hair stylist dei vip: “Sognavo di pettinare le signorine buonasera”

Oggi è l’hair stylist dei vip e tra le sue clienti famose ci sono ‘teste’ del calibro di Victoria Silvstedt e Mara Carfagna, ma il successo Roberto Carminati l’ha costruito passo dopo passo, con una lunga gavetta in negozio e poi lavorando e studiando in giro per il mondo. Una carriera professionale nata da una passione forte, vera – “questo lavoro è come l’amore, devono suonare i campanellini” – e da un sogno: pettinare la annunciatrici della tv, quelle che una volta erano chiamate ‘signorine buonasera’. Roberto Carminati ha raccontato a noi di Velvet Style come l’ha realizzato, quel sogno, da quando il titolare del negozio dove ha iniziato a lavorare gli ha chiesto di fare lo shampo a Rosanna Vaudetti – “credevo di svenire…” – fino all’amicizia con Antonella Clerici, Roberta Capua e Alessandra Martines e al ruolo di coach a Detto Fatto. Una chiacchierata che è il racconto di una grande amore per un lavoro che “non si può fare per ripiego, ma si sente dentro” e che ci ha dato l’occasione di chiedere a un hair stylist di fama internazionale qualche dritta di stile e alcuni consigli in fatto di capelli, anche per la prossima estate.

Buongiorno Roberto, lei oggi è un hair stylist famoso, che cura il look di numerose celeb, ma ci racconta come ha iniziato?
Il mio sogno da bambino era quello di pettinare le annunciatrici della televisione. Adesso può far sorridere, ma all’epoca le ‘signorine buonasera’ erano dei personaggi famosissimi: Cancellieri, Vaudetti, Maria Giovanna Elmi erano dei miti. A 16 anni ho avuto la fortuna di andare a lavorare a Roma in zona Prati, proprio sotto la sede della Rai, e dopo tre mesi senza toccare capelli il titolare mi chiama e mi dice: “Roberto, puoi fare lo shampo alla signora Vaudetti?“: credevo di svenire… Il mio percorso professionale è cominciato così: sono stato quasi 8 anni in quel salone, dove mi sono occupato anche dei servizi esterni, poi ho vissuto tra Parigi e Londra e a 22 anni ho aperto il mio primo negozio.

Che requisiti bisogna avere per fare il suo lavoro (con successo)?
Secondo me serve la passione. Questo non è un lavoro che si può fare per ripiego, ma si sente dentro. Io non sono figlio d’arte, ma sapevo di voler fare il parrucchiere. E’ un mestiere artigianale e come tale deve essere insegnato, ma richiede stile, gusto, attenzione personali, soprattutto oggi che di hair stylist ce ne sono molti e bisogna sapersi distinguere, per affermarsi e per restare sulla cresta dell’onda. E’ come l’amore: devono suonare i ‘campanellini’.

Ha qualche consiglio per i giovani che vogliono intraprendere questa strada?
Innanzitutto di assecondare la loro passione e poi di frequentare i corsi dopo aver fatto la gavetta in negozio. Le scuole insegnano soprattutto la teoria, ma quello del parrucchiere è un lavoro di pratica: il contatto diretto con la cliente che paga, con la quale se sbagli hai perso un guadagno, nelle scuole non c’è. E’ tutto molto blando, mentre il lavoro in negozio trasmette responsabilità e dà la capacità di gestire la cliente. Secondo me purtroppo le scuole in questo sono molto carenti.

Da diversi anni lei è l’hair stylist di Antonella Clerici: come l’ha conquistata?
Antonella dice sempre che io sono l’antiparrucchiere, perché non faccio quello che va di moda, ma quello che sta bene. Non l’ho mai forzata nei cambiamenti, li abbiamo sempre valutati e discussi insieme, trovando il giusto compromesso. Lei ha i capelli ricci, difficili da gestire e molto stressati a causa degli impegni televisivi: io ho trovato il look adatto a ogni situazione e a ogni momento della sua vita, valorizzandoli. E questo modo di fare è alla base del mio lavoro, sia per la cliente famosa che per quella che famosa non è.

Sono opera sua anche il look di Federica Pellegrini e Massimiliano Rosolino: come ha conciliato in questo caso stile ed esigenza di praticità, che immaginiamo fondamentale per degli sportivi?
La cosa fondamentale è la qualità del capello. Per uno sportivo conta soprattutto la praticità, dove per praticità si intende anche un capello lungo che può essere raccolto, però è importante valorizzare la qualità. Il cloro rovina i capelli e quindi il corto resta la soluzione migliore ed è quella che in questo caso ha portato alla scelta di un taglio piuttosto che di un altro.

Invece come è nata l’idea del (bellissimo) caschetto di Mara Carfagna?
Mara la conosco dai tempi di Miss Italia. Il caschetto è una mia creazione, anche se in molti poi se ne sono presi la paternità. A un certo punto, mentre non era a Roma, si è tagliata i capelli e ha scelto una via di mezzo, un ‘caschettone’ tutto lungo uguale sulle spalle. Quando è tornata da me ho pensato che i capelli corti le donassero molto, per via del suo viso dai lineamenti perfetti, e così abbiamo realizzato prima una versione più lunga e più piena e poi, quando si è resa conto di come stava bene, abbiamo creato la versione ‘definitiva’. E’ il taglio che una volta veniva chiamato ‘bob’: io l’ho fatto con le punte sfrangiate più lunghe sulle guance e la frangia piena. Secondo me ha contribuito alla sua bellezza e alla sua eleganza e tuttora le clienti vengono e mi chiedono ‘il taglio alla Mara Carfagna’: penso che sia quello che ho fatto di più in assoluto in 30 anni di carriera.

Tra le diverse celebrità che segue e ha seguito c’è qualcuna con la quale è stato difficile o più difficile decidere l’hair style?
No, devo dire di no: tutte le persone con le quali ho avuto a che fare alla fine hanno seguito i miei consigli. Forse a volte ho più problemi con le clienti non famose.

C’è qualche vip, italiano o straniero, del quale le piacerebbe curare il look?
C’è una cosa che dico spesso: il mio sogno sarebbe stato quello di pettinare Lady Diana, Marilyn Monroe e Grace Kelly. Nel panorama internazionale ho avuto la fortuna di curare l’hair stylist di Penelope Cruz, Charlize Theron e Sarah Jessica Parker, ma se dovessi dire… Forse Angelina Jolie.

Tra i suoi molti impegni, lei fa anche parte della squadra di Detto Fatto: come si trova nei panni di coach?
Mi piace molto perché posso mettere le mie conoscenze a disposizione delle persone a casa. Caterina mi chiama ‘il re del crespo’, che è una specie di ciambellina di spugna che serve per fare lo chignon. Adesso si trova dappertutto, ma due anni fa, quando ho iniziato a fare il programma, era una novità – io l’ho portato dall’Inghilterra – ed è stato un successo enorme. Sono arrivate tantissime mail e richieste e ancora oggi è così, con le persone a casa che chiedono spiegazioni e informazioni: è un altro tipo di lavoro, che dà molta soddisfazione.

Quest’anno va molto di moda la frangia: sta bene a tutte o in alcuni casi è meglio evitare?
La frangia secondo me sta bene a tutte, anche a chi ha i capelli ricci. L’importante è scegliere il modello giusto: chi ha un viso largo e opta per una frangia alla Cleopatra accentua ancora di più l’effetto, mentre chi ha un viso tondo e fa una frangia stretta, che va dalla metà di un sopracciglio alla metà dell’altro, lo sfila. La frangia infatti mette in risalto tutti i tratti orizzontali del volto: gli occhi, lo zigomo e la bocca. Sta al professionista consigliare la cliente nel modo migliore. Per esempio adesso in commercio si trovano delle frange posticce, che sono utilissime per familiarizzare con l’effetto finale.

Un nuovo trend che arriva dagli USA e sta prendendo piede anche da noi è lo splashlight: lei che cosa ne pensa?
Purtroppo noi in Italia siamo ancora un po’ provinciali… Con lo shatush si sono visti certi disastri… Dei colori neri e gialli, neri e arancioni… Anche in questo caso bisogna sapere interpretare la tendenza e farla a chi la sa portare. Noi facciamo dei bicolori, delle frange più chiare, giocando con quattro/cinque nuances tutte sullo stesso tono, a degradare: lo chiamiamo rainbow. Dà una luce diversa ai capelli, però nella naturalezza. La flashata fucsia sui capelli marrone va fatta a opera d’arte. E’ il discorso dell’alta moda: l’alta moda non si porta spesso, si tratta di cose che vanno bene in passerella, ma che nella vita normale o per un evento possono diventare ridicole.

Molto spesso noi donne ci facciamo sedurre dalle pettinature di star e attrici, le copiamo e poi restiamo deluse (se non peggio…): come si fa a capire qual è il look giusto per ciascuna?
Innanzitutto ci va un po’ di umiltà. Un’icona di quelle che io chiamo foto santino nei portafogli delle clienti è stata Paola Barale: ogni volta che si faceva un taglio partiva il tam tam. Ma Paola Barale è Paola Barale: lo stesso taglio su una signora di 70 anni o su una ragazza più giovane che non ha i suoi colori, i suoi tratti e quel tipo di capello non rende. E’ il professionista che deve consigliare quello che sta meglio.

Ci dà qualche dritta di stile per la prossima estate?
Secondo me una cosa ancora di gran tendenza sono i capelli corti: tagli non troppo sofisticati, perché diversamente sono poche le persone che riescono a gestirli. Poi, visto che i capelli durante l’anno vengono stressati, per il mare il mio consiglio è di lasciarli ‘selvaggi’, però proteggendoli e nutrendoli con oli e trattamenti che servono a ripararli dal sole, dalla salsedine e dal sudore. Anche il capello deve andare in vacanza.

E a proposito di futuro… Che cosa c’è in quello di Roberto Carminati?
Io sono un vulcano… In questo momento ho realizzato due acconciature per l’Expo 2015, sono tutor a Detto Fatto, che finirà a breve e dovrebbe ricominciare a settembre, e poi dovrei essere presente a un grande evento che si terrà in Libano ad agosto. Vi farò una sorpresa… Appena elaborerò qualcosa sarete i primi a essere informati!

Foto by Roberto Carminati

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