Domani, lunedì 1, e martedì 2 febbraio andrà in onda su Rai Uno la miniserie dedicata a Luisa Spagnoli. La moda sbarca così in televisione. Non è la prima volta che la storia di un personaggio così importante per il mondo del fashion system finisce sul piccolo schermo, tuttavia per lei bisogna spendere qualche parola in più. La stilista (che ha vissuto dal 1877 fino al 1935) è stata una donna dal carattere forte ed autoritario. A tratti burbero e allo stesso tempo capace di affetto e generosità. “Quella della mia bisnonna Luisa è proprio una storia da raccontare – ha dichiarato Nicoletta Spagnoli, amministratore delegato dell’azienda, attraverso le pagine del settimanale Tv Sorrisi e Canzoni – Ha testimoniato, con la sua vita e i traguardi ottenuti, che volontà e forza d’animo sono alla base del successo. Non solo: è una storia che potrebbe essere attuale anche oggi“.
“E’ stata una bella scoperta – ha detto invece in un’intervista allo stesso giornale Luisa Ranieri che veste i panni proprio della famosa designer – Intuendo la crescita di un ceto medio che non poteva permettersi il cachemire, creò gli allevamenti di coniglio d’angora per ricavare un filato più soffice e più economico. E i conigli non venivano maltrattati: le operaie li ‘pettinavano’ per ottenere la materia prima“. Nel cast figurano anche Vinicio Marchioni nei panni del marito Annibale, Massimo Dapporto in quelli di Francesco Buitoni, ossia il padre di Giovanni (interpretato da Matteo Martari), il ragazzo che divenne poi il suo giovane amore (maggiori info su Velvet News).
La Spagnoli ha regalato ricchezza al suo Paese su ben due fronti: nei primi del Novecento ha dato un grande impulso all’industria dolciaria in Umbria con la creazione della Perugina insieme ad Annibale e Francesco, poi negli anni Venti ha inventato un vero e proprio business nel settore tessile. “A far decollare l’azienda pensò poi il figlio Mario – ha detto sempre Nicoletta lo scorso giugno al Corriere della sera – per superare l’autarchia, regalò una coppia di conigli dal pelo lungo alle famiglie perugine con tanto di pettine per raccoglierlo e il telaio per tesserlo“.
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