Milano Moda Uomo, la dimensione onirica di Antonio Marras

Sempre più “arte” con la consueta eleganza: Antonio Marras ha presentato la sua collezione uomo/donna Autunno Inverno 2017/18 con uno show-evento all’interno della Triennale di Milano che ha ospitato anche la sua mostra “Nulla Dies Sine Linea”. In passerella capi ispirati al regista armeno Sergej Paradzanov, amante delle tradizioni leggendarie della sua terra e famoso collezionista di oggetti e ornamenti della regione del Caucaso.

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Era il 2007 quando, a Parigi, Antonio Marras si è imbattuto per caso nella mostra di Sergej Paradzanov, regista armeno ma anche pittore e musicista. Il suo amore per i patrimoni fiabeschi e le tradizioni leggendarie, per il trovarobato, il collezionismo di oggetti e ornamenti della regione del Caucaso hanno letteralmente stregato lo stilista sardo: lo ha colpito la varietà di etnie e religioni presenti in quello stesso territorio, i colori variegati, i personaggi estremi, le atmosfere a metà tra il divino e l’eccesso, le atmosfere al limite tra realtà e immaginazione.

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Dopo anni l’universo di sensazioni ed emozioni scatenate da quella mostra è stato tradotto dal designer di Alghero in una collezione “sontuosa” dove l’ornamento svolge la parte del leone: non solo elemento comunicativo e simbolico ma sintomo di ricchezza interiore, di estro, di passione. In un percorso più simile a una serie di “situazioni” che a una passerella hanno fatto bella mostra di sé capi di eccelsa sartorialità contraddistinti dal tipico rigore dello stile militare e, per contrasto, dal romanticismo più puro e opulento.

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Larghi i pantaloni da uomo, oppure strettissimi, con sopra bomber decorati da stratificazioni di tessuti diversi: stessi dettagli anche per le cappe pesanti, le giacche doppio petto, le caldissime maglie oversize e le felpe girocollo. La donna invece osa con camicie dal piglio severo addolcite dai tanti decori, caldissimi cappotti arricchiti da stole di pelliccia anni ’40 e con abiti lunghi e sensuali impreziositi da trasparenze.

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Molteplici e “ricchi” i tessuti: jacquard, chiffon, pelle laminata, broccato, sangallo e organza, puri o mescolati come in una continua metamorfosi. Splendidi il taffettà metallico, il lino lavato, lo shantung stretch cangiante, i damascati e i pizzi macramè. Si passa sullo stesso capo dalle fantasie floreali al leopardato senza troppi complimenti o esitazioni. Per Marras l’uomo, nella prossima stagione fredda, assume le sembianze di un guerriero napoleonico mentre la donna quelle della signora romantica, sognatrice e molto, molto chic.

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La palette prevede colori ossidati come il bronzo, l’ottone, il piombo, l’oro, l’avorio, il sabbia e il grigio-verde interrotti da esplosioni di turchese, bianco, giada brillante e porpora. Le sovrapposizioni di queste tinte tanto diverse tra loro conferisce al capo un insolito effetto tridimensionale: il tocco finale è dato dai drappeggi, dalle balze, dalle rouches, dalle stratificazioni di veli.

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Sono lontane le costruzioni da atelier: in questa collezione prevalgono le linee allungate, fluide asimmetriche. E’ l’eccentricità che vince sul luogo comune, il sogno sulla razionalità, l’estro sulla banalità. Ma l’apparente accumulo di applicazioni impazzite conferisce a ogni capo quella unicità che è propria di ogni oggetto d’arte.

Photo credits: Ufficio Stampa Antonio Marras, Negrifirman.com

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