Greenpeace ed il terzo attacco alla Fashion Week di Milano

Prima i graffiti nella notte sui muri del Quadrilatero della moda poi la passerella verticale al Castello Sforzesco, Greenpeace torna ad attaccare la settimana della moda a Milano senza dargli pace.

Per il terzo giorno della fashion week milanese, il capoluogo lombardo si sveglia con l’ennesima sorpresa, la scultura L.O.V.E. di Maurizio Cattelan , nota come “Il Dito”, era ricoperta da un gigantesco guanto verde. Il simbolo della campagna “The Fashion Duel” è arrivato così anche in Piazza Affari.

Gli attivisti di Greenpeace dopo aver infilato il guantone al Dito hanno circondato la base della scultura e srotolato uno striscione con la scritta “La moda vende sogni, ma così è un incubo per il Pianeta“.

Questa è stata la terza iniziativa, o blitz se vogliamo, promossa da Greenpeace in occasione della settimana della moda di Milano e a tal proposito i rappresentanti dell’associazione dicono: “In questi giorni Prada, Dolce&Gabbana, Trussardi e Roberto Cavalli hanno svelato le tendenze della moda per la prossima stagione, ma continuano a nasconderci cosa c’è dietro ai vestiti che sfilano in passerella. Vogliamo che questi marchi dicano ai propri clienti cosa fanno per evitare fenomeni come la deforestazione e l’inquinamento delle risorse idriche globali. Il nostro guanto di sfida sul dito di Cattelan è per loro”.

“Abbiamo scelto la scultura di Cattelan perché le dita mozzate e il medio eretto indicano una sola via da percorrere. Rivestendola con il nostro guanto vogliamo lanciare un segnale esplicito a tutti quei marchi che ancora non hanno imboccato la strada che porta a una moda più pulita” spiega Chiara Campione, responsabile di “The Fashion Duel” per Greenpeace.

Come abbiamo già detto negli altri articoli a proposito dell’iniziativa la sfida lanciata a tutte le case di moda ha stilato una classifica pubblicata sul sito www.thefashionduel.com, nella quale tra le 15 case d’Alta moda valutate da Greenpeace al primo posto per l’impegno c’è Valentino Fashion Group, che ha dimostrato la sua trasparenza delle filiere produttive e la disponibilità ad un impegno serio per dire no alla deforestazione e all’inquinamento.

Foto by Facebook.com

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