Giovanna d’Arco ha reso la donna guerriera, la poetessa Saffo l’ha fatta scrittrice e Marylin Monroe l’ha decretata sensibile seppur nascosta sotto ad una maschera da seducente, ma è Coco Chanel che l’ha eletta creatura libera, combattendo una battaglia fatta “solo”di vestiti. A 130 anni esatti dalla sua nascita il suo stile è ancora vivo, il suo nome una leggenda.
La storia della sua vita è affascinate e triste come quella dei personaggi dei romanzi più celebri: nasce a Samur (Francia) il 19 agosto del 1883 e cresce in un ambiente familiare fatto di privazioni e sofferenze. Dopo la morte della madre, viene mandata insieme alla sorella presso un istituto di suore. L’atmosfera di questo ambiente, in cui scorrono veloci e ripetitive le tuniche nere e bianche delle sue “custodi”, le rimarrà dentro per sempre. I colori della sua infanzia, così netti e contrastanti, saranno il suo marchio di fabbrica e la accompagneranno per tutta la vita e in tutte le collezioni.
A 18 anni inizia a studiare e lavorare come sarta presso la Maison Grampayre e in questo stesso periodo conosce Etienne de Balsan, facoltoso ufficiale di cavalleria. L’incontro avviene in un caffè, dove l’allora Gabrielle si esibisce cantando la canzone di “Coco du trocadéro”, da cui trae origine il suo celebre soprannome. Inizia una relazione con quell’uomo che, ospitandola presso il suo castello, le permette di condurre una vita agiata. Ma lei, che non è certo una donna da tenere in salotto, manifesta il suo bisogno di lavorare, iniziando a realizzare cappelli per l’altra amante di Balsan, un’attrice di teatro. Le sue creazioni sono sobrie e discrete, realizzate in paglia e piccoli nastri in raso, nulla a che vedere con i copricapo in voga in quel periodo, così imponenti ed ingombranti. La sua voglia di semplicità si riflette anche nel vestiario che utilizza: abolisce corpetti, fiocchi, e scintillanti decorazioni. Realizza per se stessa abiti lunghi e semplici, contrapposti alle strutture voluminose delle sue contemporanee.
Presso la residenza del compagno incontra Boy Capel, il grande amore della sua vita. Lui apprezza il suo estro creativo, la incoraggia e la aiuta ad aprire una cappelleria nel cuore di Parigi. Da una piccola bottega, l’attività di Coco si trasforma nel centro nevralgico della moda francese. Le sue proposte controcorrente, pensate per una donna finalmente libera dalle costrizioni imposte dal vestiario ottocentesco, conquistano il consenso e il suo nome diviene sinonimo di gusto eccelso e raffinato. A causa di un incidente automobilistico Boy Capel muore, lasciando la sua donna nel momento in cui sembrava essere già diventata una celebrità ma che in realtà aveva davanti a sé ancora infinite sfide e battaglie… Da vincere, naturalmente.
Pensare a lei con la sua sigaretta sempre accesa in una mano, il filo di perle al collo e l’abito nero è il modo migliore per ricordarla: nessun sentimentalismo, niente elogi prolissi o parole altisonanti. Quello che probabilmente le sarebbe piaciuto per festeggiare un compleanno è un sorso di champagne da mandar giù in un breve momento di pausa, per poi riprendere a lavorare come nulla fosse, o forse, come fosse tutto.
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Guarda il trailer del film Coco Avant Chanel:
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