Anna Wintour fa pace con il Made in Italy: “Milano resti punto di riferimento della moda”

Anna Wintour ama l’Italia. E il mondo del fashion italiano. Di più: tifa per la settimana della moda in corso a Milano proprio in questi giorni. La direttrice di Vogue America, vera e propria fashion icon di sempre, risponde così alle accuse che le sono piovute addosso nel tempo: quelle di avere la tentazione di “boicottare” la kermesse nel capoluogo lombardo a beneficio delle sfilate di Parigi e di New York.

E’ nell’interesse di tutti i protagonisti mondiali della moda che Milano resti il punto di riferimento creativo e di business che è sempre stato – spiega Anna Wintour, che ha firmato il “Manifesto della Moda” lanciato nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore – Il vostro Manifesto, spero, stimolerà tutti gli italiani a tirare fuori orgoglio ed energie: Condè Nast America farà la sua parte“. I punti su cui insistere, spiega la direttrice in un’intervista che sarà in edicola domani, sono “gli investimenti sul territorio, le risorse per la creatività e la formazione“.

La Wintour è in questi giorni nel capoluogo lombardo non solo per Milano Moda Donna, ma anche per la presentazione delle borse di studio sponsorizzate da Vogue, GQ, Vanity Fair, W e New Yorker, ovvero cinque delle principali riviste di Condé Nast America per gli studenti di moda uomo e donna, cinema, arte e giornalismo dell’accademia di Brera. “La moda è solo uno degli aspetti della creatività ed è uno dei tanti campi in cui voi italiani avete saputo distinguervi nei secoli e che vi hanno resi famosi nel mondo – prosegue Anna Wintour Nessuno deve avere paura del futuro né del cambiamento, come forse succede a volte in Italia”

Il Manifesto del Sole 24 Ore propone una lista di sei idee e progetti che mirano ad affrontare al meglio la globalizzazione e la concorrenza internazionale nel settore del fashion e del lusso. I punti sono chiari: più risorse per la creatività, investimenti sul territorio, incentivi fiscali, formazione dei giovani e internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, vero nucleo pulsante dell’economia in genere e della manifattura italiana. Fondamentale anche, secondo il manifesto, creare e implementare una “solidarietà di sistema in cui le aziende leader si facciano carico di mantenere vivo e dinamico il sistema, incluso le eccellenze artigianali“. Hanno già aderito al manifesto, tra gli altri, Giorgio Armani, Mario Boselli e Ferruccio Ferragamo.

Foto by Kikapress

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