Chanel Fashion Machine: la “macchina che fa la moda” di Karl Lagerfeld

Karl Lagerfeld continua a stupire e così, dopo avere mandato in passerella a Paris Haute Couture modelle con le sneakers, per presentare la pre-collection Primavera Estate 2014 Chanel il Kaiser si è inventato nientemeno che una Fashion Machine, una vera e propria catena di montaggio della moda, dove le modelle entrano déshabillé e struccate ed escono vestite di tutto punto e con make up e hair styling perfetti.

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Un sogno ad occhi aperti per qualsiasi donna, a maggior ragione considerato il guardaroba dal quale attinge l’incredibile macchinario, che purtroppo esiste solo nello short film nato dalla fantasia del direttore creativo della maison di Rue de Cambon, ma reso con una dovizia di particolari e di dettagli da far quasi credere di poter trovarlo dietro una porta dell’atelier Chanel.

L’inconfondibile monogramma della casa di moda di francese, quel CC oggetto del desidero di ogni fashionista, è infatti presente sui manometri e sui quadranti dei vari misuratori analogici che indicano il funzionamento della Fashion Machine, così come sui silos nei quali avviene la trasformazione delle modelle, e insieme alla location industriale e alle atmosfere nelle quali gli appassionati di cinema non faranno fatica a trovare rimandi a celebri pellicole come Metropolis e The Rocky Horror Picture Show contribuisce a creare la verosimiglianza del macchinario e della catena di montaggio della moda.

Un allestimento che porta l’inconfondibile impronta del genio visionario di Lagerfeld, che ha scelto di essere non solo deus ex machina del video, ma anche protagonista: il Kaiser infatti attende le modelle trasformate dalla Fashion Machine per fotografarle con indosso i capi della (sua) nuova pre-collection PE 2014. Da creature abbozzate e in bianco e nero, Jamie Bochert, Lindsey Wixson, Soo Joo, Nadja Bender e Ming Xi nel loro viaggio dentro la catena di montaggio della moda si trasformano in splendide muse a colori dell’eleganza senza tempo di Chanel, pronte per essere fissate in uno scatto eterno dall’obiettivo dell’artefice della loro rinascita, sorta di dottor Frankenstein del fashion.

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