Sanremo 2014: da Laetitia Casta a Marco Bocci, look in e out della prima serata

Dopo un avvio travagliato, con due lavoratori precari del Consorzio bacino di bonifica di Napoli e Caserta che hanno minacciato un gesto estremo per richiamare l’attenzione delle Istituzione sulla loro situazione disperata, il Festival di Sanremo 2014 ha avuto ufficialmente – faticosamente – inizio. Musica (poca, in verità), intrattenimento (anche troppo) e glamour sono entrati nelle case degli italiani come da 64 anni a questa parte, dando il via a una delle attività collaterali più attese della kermesse: il commento a ruota libera.

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Dai protagonisti, alle canzoni, alla scenografia, agli abiti, tutto è finito sotto la lente di ingradimento degli addetti ai lavori e – soprattutto – del pubblico, che sui social, in primis Twitter, si è scatenato in un vero e proprio tiro al bersaglio, il cui oggetto preferito, manco a dirlo, sono stati i look di conduttori, cantanti, ospiti e presenter.

Soprassedendo – pietosamente – sull’entrée stile Moulin Rouge di Luciana Littizzetto, che tra il tutone color carne, il terrazzino-reggiseno con un mini-Mollica e piume rosa a go-go ha spaventato il pubblico più dei due aspiranti suicidi, a rompere il ghiaccio è toccato a una Arisa completamente trasformata da brutto anatroccolo (per finta, ma si era capito subito) a cigno. Vestita Jil Sander, con gonna argentata e corpetto manica lunga nero trasparente, l’artista genovese ha convinto più per il look che per le canzoni, anche se la decisione di levarsi le scarpe (delle splendide stiletto bianche con tacco metallico) durante l’esibizione e – ancora di più – la scelta di un reggiseno non particolarmente contenitivo, le hanno tolto parecchi punti eleganza.

Ma a scatenare la rete – e non solo – è stata Laetitia Casta. La modella e attrice francese era stata annunciata in Dolce & Gabbana e invece è salita sul palco con un abito di Givenchy che è stato bocciato senza pietà da pubblico e addetti ai lavori. Con corpetto bustier stile lingerie, una catena sulla schiena, gonna lunga con sovragonna di frange e guanti fino al gomito, il vestito avorio di Riccardo Tisci ha fatto sussultare sulla sedia più di uno spettatore. Anche perché Laetitia ci ha messo del suo, presentandosi imbolsita, bianca cadaverica e con una dentatura che ha scatenato le battute più feroci del web.

A mitigare l’effetto (disastroso) Casta è stato un uomo: Raphael Gualazzi si è esibito infatti in un impeccabile completo di Corneliani con dettaglio di stile super glamour un paio di calzini rossi, che hanno fatto capolino quando ha salutato il pubblico. Menzione di merito anche per il suo compare, The Bloody Beetroots, che con la maschera da cugino povero dell’Uomo Ragno ha avuto il merito di fare della vera ironia, in mezzo allo stucchevole cabaret Fazio-Littizzetto.

Pollice verso, invece, per Antonella Ruggiero, che ha osato l’inosabile: abbinare due toni di nero, senza neanche un accessorio e/o un dettaglio a contrasto a spezzare l’insieme. Un errore davvero grossolano da parte di una signora di stile come lei.

Molto eleganti Giusy Ferreri in abito all black Just Cavalli e Cristiana Capotondi con vestito dorato caratterizzato da giochi di trasparenze, mentre non altrettanto impeccabile Cristiano De André, in completo blu con giacca alla coreana, che ha decisamente sfigurato rispetto allo smoking nero di Giorgio Armani sfoggiato da Marco Bocci (che ha fatto twittare all’inflessibile Enzo Miccio: “Marco Bocci tanta roba ragazzi #Sanremo2014 beata la Chiatti“).

Infine, bellissimi gli abiti Gucci creati da Frida Giannini per Luciana Littizzetto e inappuntabili i completi Costume National di Ennio Capasa per Fabio Fazio, anche se quest’ultimo – per par condicio trash con la collega – a un certo punto si è presentato sul palco tutto di nero vestito, modello mimo, e poi ha indossato un impermeabile che lo ha trasformato in un improponibile incrocio tra l’ispettore Clouseau e il maniaco dell’angolo. Peccato. Anche perché l’impermeabile di Enzo Jannacci avrebbe meritato miglior palcoscenico.

Foto LaPresse Davide Spada/LaPresse

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