Mentre in Riviera il Festival di Sanremo procede a singhiozzo tra momenti di alta moda e improponibili scivoloni di stile, a Milano la Fashion Week va avanti spedita lungo una strada di glamour ed eleganza senza compromessi. Una direzione confermata – anzi, ribadita – dalle sfilate in calendario il terzo giorno, che tra le altre hanno visto salire in passerella le creazioni di Emporio Armani, Etro e Versace.
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Re Giorgio ha presentato una collezione ispirata a una delle più celebri dark-heroine degli anni ’90, quella Nikita di Luc Besson che magistralmente interpretata da Anne Parillaud è diventata il simbolo della ribellione e della forza femminile. Una “suggestione di atteggiamento“, ha spiegato lo stilista, che è l’ispirazione e il fil rouge di abiti che vogliono essere “per tutte, soprattutto per le più giovani“. Così, ecco pantaloni larghi, tagliati sopra la caviglia, dichiaratamente mannish style nelle forme e nelle stampe gessate, ma allo stesso tempo iperfemminili nei dettagli e nei decori di perle, smoking che concedono spazio a un’ispirazione jogging per il sotto, elegantissimi tailleur con classico blazer o blouson a sostituire la giacca, gonne morbide e “svolazzanti“ e infine minidress da sera in velluto rigorosi concettualmente, ma easy e contemporanei nei fatti.
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Una collezione 100% Armani, alla quale si contrappone il gusto etnico e gitano di Etro, che ha fatto sfilare una linea il cui motivo conduttore sono sia il viaggio reale che il nomadismo culturale, resi attraverso un design minimalista e dalle linee morbide, materiali preziosi quali broccato, chiffon e lurex, arricchiti da stampe e ricami di perle, e colori caldi e avvolgenti.
A chiudere la giornata è stata quindi Versace, con Donatella che ha scelto di rendere omaggio a uno dei cavalli di battaglia della maison, ma soprattutto di suo fratello Gianni: il taglio sbieco. Con il dono di trasformare ogni capo, rivoluzionandone proporzioni e volumi, nelle mani di Donatella è diventato il pilastro di una collezione che celebra una donna forte, guerriera, vestita di lussuose divise ispirate al passato, che hanno però un’allure non solo contemporanea, ma quasi futuristica. “Per realizzare i capi ho studiato le divise dei militari dal Seicento in poi. Ci sono persino decori storici trovati nell’archivio Versace. Per me sono il simbolo delle donne di oggi: femminili e combattive, belle e guerriere“, ha spiegato a La Repubblica Donatella, che poi ha concluso: “Cerco sempre di proporre uno stile forte, bello, qualcosa che non ha bisogno di spiegazioni: è la lezione di Gianni e io non posso far altro che perpetuarla, stagione dopo stagione“.
Foto by LaPresse AP Photo/Antonio Calanni e Davide Spada/LaPresse