Signore e signori, Sanremo 2014 è finito. Il titolo di vincitore se l’è portato a casa Arisa (leggi l’intervista di Velvet Music) e al secondo e al terzo posto si sono piazzati Raphael Gualazzi & The Bloody Beetrots e Renzo Rubino, mentre Francesco Renga – idolatrato dal pubblico, in special modo quello femminile – e i Perturbazione – amati dalla critica, che infatti li ha premiati – sono rimasti a bocca asciutta. D’accordo o no con i verdetti, fino all’anno prossimo sul palco dell’Ariston si spengono le luci, ma prima un ultimo pagellone sui look della finale è doveroso.
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E allora via, partendo proprio dalla vincitrice, che se ha abbandonato gli occhialoni e le mise retrò ai limiti dell’avanspettacolo per diventare una sexy interprete, tuttavia non può dirsi che abbia completamente azzeccato la trasformazione. Gli abiti Jil Sander indossati da Arisa nel corso delle serate, infatti, per quanto belli, non sempre si sono rivelati adatti alle sue forme: quello nero scelto per la finale, per esempio, faceva una smorfia ingestibile davanti e non è stato neppure l’unico, dal momento che la cantante sono quattro giorni che deve smentire di essere incinta…
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Convincenti anche nei look, invece, gli occupanti degli altri due gradini del podio. Raphael Gualazzi in Corneliani e Sir Bob dei The Bloody Beetrots, entrambi in total black, e Renzo Rubino in Jil Sander come la vincitrice e ieri sera con dettaglio glamour di un cravattino glitter verde ramarro hanno portato sul palco di Sanremo novità non solo musicali.
Francesco Renga in Roberto Cavalli ha colpito la prima sera, dopo di che l’accostamento finto (?) disordinato-braccialetti a go go-eleganza classica ha perso di mordente, mentre gli acclamati Perturbazione, con vestiti Carlo Pignatelli, sono sempre rimasti sospesi tra lo chic sopra le righe e il trash e la bombetta nera scelta per la finale dal cantante Tommaso Cerasuolo non ha aiutato a dirimere il dubbio. Anzi.
Deludente la signora della canzone, Antonella Ruggiero, che si è presentata con una serie di completi eleganti, per carità, ma tutti pressoché uguali, e molto discussa invece Noemi: gli abiti di Gattinoni hanno spaccato in due il giudizio di pubblico e addetti ai lavori, ma di certo non si può dire che non fossero belli. Forse non adatti a lei o a lei in virtù dello styling scelto nel complesso, ma comunque davvero sofisticati: e quello della finale, con bustier dorato e gonna di piume, lo ha confermato.
Hanno colpito molto, invece, le trasformazioni di Frankie Hi Nrg e Giusy Ferreri – che ieri in Just Cavalli era assolutamente perfetta, peccato solo il taglio skrillex – mentre dimenticabili sono stati i look di Francesco Sarcina (in Roberto Cavalli), Ron e Giuliano Palma, che tuttavia ha provato a uscire dal personaggio man in black con occhiali scuri. Bocciato senza appello, invece, Cristiano De Andrè, che pure per la finale si è presentato come se fosse uscito di casa di corsa e – sempre di corsa – fosse arrivato all’Ariston.
Infine, menzione d’onore per Gucci, che ha vestito con classe ineffabile l’investibile – per forme e dimensioni, oltre che per irriverenza – Luciana Littizzetto, e per Costume National, che con i completi di Fabio Fazio ha confermato – per chi ancora ne avesse bisogno – che Ennio Capasa è uno stilista di inarrivabile e naturale talento.
Foto by La Presse Davide Spada/LaPresse
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