Come The Search ha diviso pubblico e critica, l’abito Atelier Versace indossato da Irina Shayk per l’anteprima del film del regista premio Oscar Michel Hazanavicius ha lasciato interdetti pubblico e addetti ai lavori, perplessi non tanto per l’estrema eleganza dell’outfit, quanto dall’opportunità di indossarlo in occasione di un red carpet.
Appartenente alla collezione Spring 2014 presentata lo scorso gennaio a Parigi in occasione della Settimana dell’Alta Moda, il vestito della supermodella russa rappresenta lo stile scelto da Donatella Versace per la sua linea haute couture ispirata al fascino misterioso di sensuali regine orientali con un ricercato bustier da amazzone e una silhouette morbida, drappeggiata e avvolgente, che trova il suo apice nel mantello-cappuccio che copre il capo.
Un abito decisamente sofisticato e dalla personalità spiccata, che se da un lato si sposa alla perfezione con i tratti caucasici di Irina, regalandole un’aura quasi mistica e inafferrabile, dall’altro ‘stona’ con il contesto proprio per la sua eccezionale eleganza non convenzionale, accentuata dal colore, un giallo senape-verde acido che se in passerella stupisce e fa applaudire alla creatività e al coraggio di osare dello stilista – o, per meglio dire in questo caso, della stilista – sul red carpet di una première sembra un’anomalia.
Iryna Shayk è bellissima, seducente e misteriosa anche grazie alla (azzeccata) scelta di raccogliere i capelli all’indietro con la riga in mezzo, secondo la moda delle donne dell’Est, e al trucco che sottolinea le labbra carnose e i suoi tratti marcati, tuttavia alla fine il giudizio sull’outfit è più negativo che positivo. Un volto e un fisico perfetti e un abito sensazionale non sono automaticamente garanzia di eleganza: l’occasione e il contesto, infatti, non possono mai essere non solo sottovalutati, ma – soprattutto – ignorati. Gravissima caduta di stile, più ancora di un vestito dozzinale.
Foto by Facebook e LaPresse/AP/Jacques Brinon