Quale miglior abito scegliere in occasione dell’elezione a primo cittadino del marito se non quello indossato da Michelle Obama in occasione del secondo mandato di Barack alla presidenza degli Stati Uniti? È stata questa la brillante idea avuta da Cristina Parodi la sera della vittoria di Giorgio Gori, appunto neo sindaco di Bergamo. E che abito poi… La nota giornalista tra i tanti vestiti chic indossati dalla first lady americana ha scelto quello che da molti è stato soprannominato l’abito picnic: un vestito a quadri larghi bianco e rosso (modello tovaglia) smanicato con spalline larghe, taglio sotto al seno con gonna svasata fino al ginocchio.
Un abito che secondo la Parodi ha portato e continuerà a portare molta fortuna al marito Giorgio Gori. Un modo – di certo non sobrio – per augurare al compagno un’escalation ricca di successi. “Grazie a tutti quelli che come me hanno creduto in Giorgio e gli hanno dato fiducia . Saranno cinque anni bellissimi“, aveva scritto su Twitter la stessa Parodi a seguito della nomina del consorte. Ma non è ancora tutto: la giornalista, volto noto di Mediaset, ottenuta dal suo Giorgio la poltrona di sindaco ha deciso di mettere all’asta il vestito pic-nic per raccogliere fondi utili alla sua campagna elettorale.
Una scelta molto criticata anche dal mondo della politica: “Mancanza di sensibilità nei confronti dei cittadini che faticano ad arrivare a fine mese“, l’ha definita ad esempio il consigliere di Forza Italia Stefano Benigni. Resta il fatto che il famigerato abito della first lady è ora arrivato al campione di motociclismo Giacomo Agostini che si è aggiudicato l’asta a 750 euro. Quale donna fortunata sarà la prossima ad indossare il vestito a tovaglia di Michelle? Ma soprattutto cosa ne penserà della riproduzione del suo abito la signora Obama? A Cristina Parodi questo non sembra proprio importare, tanto che al termine dell’asta ha commentato con un pizzico di ironia su Twitter: “Il ben noto vestitino pic nic è andato all’asta ieri sera . Non potrò restituirlo a Michelle Obama…“.
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