Se per il caso dei piumini Moncler, Milena Gabanelli si era esposta ma non troppo, dopo l’inchiesta su Gucci dal titolo Va di lusso presentata a Report domenica 21 dicembre, il botta e risposta tra la conduttrice e la maison toscana è stato inevitabile. Lunedì mattina, oltre alle critiche incisive di Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana (delle quali vi avevamo già parlato su Velvet Style) è arrivata la replica di Gucci che in una nota ha dichiarato di dissociarsi in modo più assoluto dai contenuti del servizio di Sabrina Giannini, giornalista autrice dell’inchiesta.
“Telecamere nascoste o utilizzate in maniera inappropriata, solo in aziende selezionate ad arte da Report (3 laboratori su 576) non sono testimonianza della realtà Gucci“, ha sottolineato l’azienda rispondendo punto per punto su manodopera, filiera, laboratori e prezzo del profitto. “Gucci ribadisce fortemente la correttezza del proprio operato impegnandosi a rendere sempre più efficaci le azioni conseguenti alle ispezioni, che saranno sempre più numerose. La signora Gabanelli non ha mai posto a Gucci alcuna domanda pertinente su quanto da cinque mesi stava girando“, ha poi concluso il marchio nelle mani del gruppo francese Kering.
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Parole di fronte alle quali la conduttrice del programma giornalistico di Rai 3 non ha potuto tacere. E così Milena Gabanelli ha deciso di scrivere una lunga lettera per difendere se stessa, il team di professionisti che hanno realizzato l’inchiesta e la serietà di Report. “Più che dissociarsi Gucci dovrebbe ringraziarci per aver documentato e denunciato quello che avrebbero dovuto fare i loro ispettori – ha dichiarato la Gabanelli – è gravissima e lesiva della libertà di espressione e di denuncia ‘accordarsi a insaputa di Gucci con laboratori che utilizzano manodopera cinese a basso costo e non in regola sabotando i sistemi di controllo in essere’ – ha ancora sottolineato la conduttrice con riferimento chiaro alle dichiarazioni della maison – è uno stravolgimento della realtà visto che Report non ha affatto ‘sabotato’ ma ‘osservato’ il metodo delle ispezioni farsa“.
La Gabanelli, alla quale le parole forti di Gucci non sono affatto passate inosservate, ha sottolineato inoltre di essere in possesso di ore ed ore di registrazione e di molti più esempi di quelli mostrati (per motivi di spazio) in tv. Alle accuse di non aver mai interpellato la maison sull’inchiesta in svolgimento, poi, la giornalista di Rai 3 ha dichiarato che richiesta scritta di intervista sul tema dei controlli era stata fatta, ma che l’azienda ha preferito declinare. E alla domanda posta dalla stessa Gabanelli “A quanto ammonta il Made in Italy che viene fatturato in Italia e quanto esportato alla Luxury Goods (Svizzera) o comunque all’estero“, la risposta di Gucci sarebbe stata “Il dato non è pubblico“.
Un botta e risposta che non è detto termini qui. Anzi, dopo gli auguri di Buon Natale forse questa storia sarà nuovamente ripresa.
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