Lo ha detto Re Giorgio ieri, 21 gennaio, in occasione della sua passerella alla Milano Moda Uomo. L’uomo, secondo Armani, “deve tenersi stretta la sua mascolinità, ha un limite invalicabile, ha bisogno di equilibrio, non deve cadere nel ridicolo: posso prendere un abito da uomo e con piccoli cambiamenti farlo indossare a una donna, ma non viceversa”. Gli stilisti si dividono e buona parte la pensa come lui; basta quindi allo stile femmineo, depilato, sbarbato, etereo. È ancora in corso la riscossa dell’hipster che conferma il suo fascino: un centauro metropolitano, metà intellettuale, metà nerd, 100% rifiuto verso mode stereotipate. Si declina in vari modi ma ha un denominatore comune: la barba lunga e fintamente incolta. Vuole avere un aspetto un po’ trasandato, in realtà si cura senza, però, eccedere in una beauty routine che appartiene all’universo femminile.
Protagonista dell’estetica maschile, quindi, la barba. Protagonista l’Uomo, quello virile, quello degli anni Cinquanta che preservava il fine settimana per il rito del barbiere. La stagione in corso e la primavera alle porte vogliono una barba piena, voluminosa, incolta ma rifinita a regola d’arte. Ovviamente, non tutte le barbe donano a tutti i visi: solo un volto ovale può osare una barba molto lunga e folta. Lunga o corta, l’essenziale è che sia piena, modellata, strutturata con volumi che accompagnano baffi e basette. Out la sfumatura della basetta bassa creata con il rasoio: l’effetto naturale si realizza con il taglio delle forbici. Una sorta di linea tra passato e presente che stacca gradualmente senza smorzare.
Ogni barba, poi, vuole il giusto taglio di capelli. Il rasato e il cortissimo non vanno più: sì a tagli corti e medi, purché siano morbidi. L’aspetto da bello e maledetto, che una barba del genere insegue, richiede cura costante, soprattutto per scongiurare le irritazioni sulle zone più sensibili come mento e collo. Esistono balsami ad hoc per alleviare il prurito della barba che cresce e per ammorbidire quella da gestire quotidianamente.
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