“Carlo, ne hanno dette di cotte e di crude: i vestiti, i capelli, la faccia. Almeno tu mettimi una musica da figa per scendere queste scale. Come quando la mettete per Rocìo… non sarà lo stesso effetto, lo so. Però almeno mi sento bene e mi vivo bene questo sogno perché me lo merito”. Emma Marrone ha esordito così ieri, 13 febbraio, in cima alle scale del teatro Ariston. Una mise total white un po’ hippy, un po’ Sacro Romano Impero (una delle poche che, onestamente, abbiamo apprezzato fino a questo momento) e il coraggio dell’ironia: facile fare le principesse se ti trattano (e ti vestono) da principessa.
Il Festival di Sanremo fa parte della nostra tradizione e, negli anni, ha messo in scena alcune consuetudini che fanno parte del siparietto. È un pacchetto all inclusive, prendere o lasciare. E in questa tradizione rientra sicuramente il gioco tra il presentatore e le vallette scelte appositamente diverse. Per tanto tempo, infatti, oltre a distinguere la mora dalla bionda, in stile veline, direttore artistico e autori della trasmissione hanno puntato sulla “bella” e la “simpatica”. Come l’edizione con Raimondo Vianello: indimenticabili le sue uscite con Veronica Pivetti e le avances da farfallone con Eva Herzigova. È un’ironia tutta italiana ma ci sta.
Quest’anno, invece, un trio. Tre donne completamente diverse, tre fisicità, tre stili, tre verve. Emma ed Arisa, già dal reclutamento come vallette, avevano fatto pensare ad un cambio di rotta. Nulla togliendo alle cantanti ma, sicuramente, non sono le modelle statuarie a cui la platea di Sanremo è stata abituata. Poi l’entrata di Rocìo Munoz Morales. È indubbio che, dall’alto, hanno deciso di mettere sotto i riflettori la sua bellezza. L’abito non farà il monaco però è lampante lo stile da principessa disegnato per lei con abiti lunghi, a sirena, preziosi, da gran ballo e il mood più “particolare” scelto per le altre due. Non può essere un caso che, alla fine di ogni puntata, si chiacchieri sul look di Emma ed Arisa e nessuno batta ciglio, ma solo mani per gli applausi, verso la Morales.
Ce la prendiamo tanto con Emma: “Ma come si è vestita?”, “Non si è guardata allo specchio?”. Siamo certi che uno specchio, nel camerino, la Marrone ce l’abbia. Diciamolo: lo stilista ha creato e lei indossa. Fine della storia. Non sappiamo fino a che punto le sia consentito opporsi. L’hanno paragonata alle gemelline di Shining, ad un Ferrero Rocher, ieri sera, poi, l’ultima uscita in blu era degna di Lady Marian nella foresta di Shervwood. Il popolo della rete non si tira mai indietro e le frecciatine si sono sprecate su twitter: “Più che la principessa della Storia Infinita sembra mia cugina il giorno della prima comunione”; “Dopo aver visto #EmmaMarrone vestita così non mangerò mai più un Ferrero Rocher”; “Il vestito di #emmamarrone è identico ad una tovaglia del corredo di mia nonna”. Che il gran finale, stasera, riservi delle sorprese?
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