Tendenze capelli, treccia: come realizzare la spina di pesce di Noemi [VIDEO]

A volte ritornano. Le facevamo da bambine per tenere i capelli ordinati e per il gusto di mettere tra le chiome elastici e fiocchetti colorati. Adesso le trecce sono diventate un vero trend e, in alcune occasioni, un must irrinunciabile. Gli esempi, come sempre, provengono da passerelle e red carpet. Alta, a spiga, spettinata, la treccia rende sofisticato un look da sera e sbarazzino quello di giorno.

Uno dei trend di stagione è la treccia alta a “spiga di grano” o “spina di pesce”, proprio quell’acconciatura che ha sfoggiato Noemi durante la prima puntata di the Voice. È una versione un po’ rock della treccia (e chi se non Noemi poteva portarla?!). Si realizza dividendo la coda in due parti da lavorare separatamente. Le due sezioni andranno intrecciate a doppio filo prendendo le ciocche lateralmente e facendole passare all’interno (è più facile a farsi che a dirsi, guardate il procedimento nel video tutorial!). Oltre alla versione classica, si può realizzare una “fishtail” unendo un nastro colorato e lavorandolo come se fosse una ciocca di capelli da fissare all’inizio della coda con un elastico in nuances con le chiome. La coda a spina di pesce si porta alta come Noemi per un mood più rock, bassa e laterale per un look più romantico.

La versione più sofisticata della traccia è sicuramente quella attaccata alla testa. Si comincia dalla nuca con una mezza coda. Si lavorano le tre ciocche come una treccia classica aggiungendo, man mano, alle parti laterali, gli altri capelli lasciati sciolti dalla mezza coda. Questa tecnica consente molte varianti. Per un look più afro, infatti, basterà realizzare tante treccine laterali da aggiungere alle ciocche da intrecciare.

La treccia intramontabile è sicuramente la classica portata da un lato. Gli ultimi red carpet l’hanno vista protagonista in versione assolutamente naturale e leggermente spettinata. Niente di tirato o ingellato, i capelli sono liberi di scompigliarsi intorno all’acconciatura.

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