C’è delusione nelle parole di Giorgio Armani. Lo stilista, ambasciatore di Expo 2015, si lascia andare ad una confessione: tanto lavoro, tanta energia e, alla fine, tanto entusiasmo disilluso: “Forse meritavo più attenzione”, ha detto. È quasi ultimato il Silos Armani che verrà aperto il 30 aprile con un grande evento che farà da inaugurazione ad Expo. Dietro il SIlos “ci sono altre palazzine che non sono ancora finite, è diventato un intero quartiere, il quartiere Armani. Con 40 anni di carriera me lo posso permettere“, scherza lo stilista.
“Nessuno ha parlato del mio interior design. Si dice che Armani ha fatto un albergo, ma non si scende mai nei dettagli come si fa invece per i progetti fatti da chi non è uno stilista, in questo senso lo stilismo è un deterrente, ma io credo di aver sconfessato questo discorso: l’impegno c’è ed è importante, Armani Casa va al di là della boutique”. Parla senza mezzi termini re Giorgio presentando la mostra dei suoi lavori di architetto d’interni allestita al teatro di via Bergognone. “Ho scelto di fare mobili rassicuranti e durevoli, che possano invecchiare bene, non da buttare dopo un paio d’anni”. C’è un gusto orientaleggiante nelle lampade con lanterne dal fascino giapponese, nei paraventi animalier, nei grafismi cinesi e nella lacca rossa che riveste le poltroncine e gli interni del mobile bar in legno.
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E poi letti trapuntati in canneté, divani verde giada, lunghi tavoli da pranzo in noce, lampade in vetro di Murano e tre scrivanie di cui Armani sottolinea: “Qui il pc non c’è perchè non parliamo e non scriviamo più, lo scrittoio è un invito a pensare, a raccogliersi e concentrarsi”. Circa 500 gli ospiti internazionali che, nel Silos, ammireranno una mostra di 800 capi e una “sfilata speciale” delle collezioni Armani, a partire da quella d’haute couture portata in passerella a Parigi.
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