Hipster addio: ora dall’America arrivano gli Yuccies

Solo qualche giorno fa vi avevamo parlato di un accessorio indispensabile per ogni Hipster che si rispetti, ovvero la cuffia da piscina anche per la barba, eppure oggi dobbiamo darvi una “triste” notizia: lo stile Hipster è morto. Al suo posto, però, è già bello è pronto quello Yuccie. Parola del giornalista newyorchese David Infante.

Ma andiamo con ordine. Se fino a qualche mese fa avere la barba folta e curata, la camicia abbottonata fino al collo, i pantaloni con risvolto alla caviglia e l’immancabile iPhone in mano significava essere Hipster, già da qualche tempo è evidente che ciò che prima era considerato uno specifico stile di nicchia si è trasformato in una moda collettiva. Ma cosa significa questo esattamente? Semplice, secondo Infante, vuol dire che il fenomeno Hipster è ufficialmente morto, perché ha perso quello che lo rendeva unico e particolare. Ed è per questo che chi vuol essere alternativo a tutti i costi deve cercare un nuovo stile che lo aiuti a raccontare le proprie ambizioni e il proprio stesso essere.

Ed ecco quindi arrivare gli Yuccies, cioè coloro che non si sono mai sentiti Yuppie e che non vogliono essere confusi con gli Hipster. Per il nome, Infante sembra si sia ispirato al concetto di Young Urban Creatives. Già, perché gli Yuccies sono esattamente così: ragazzi il cui sogno nel cassetto è quello di essere pagati per pensare e per realizzare i propri sogni. Lo stesso Infante (che si è anche dichiarato “padre putativo” del nuovo movimento) ha raccontato di aver rinunciato a un lavoro ben retribuito nel marketing di una nota azienda farmaceutica per inseguire l’ambizione giornalistica. Meno soldi, insomma, ma molta più soddisfazione personale. Ma da cosa si riconosce un vero Yuccie? Dalla libertà di pensiero e dalle opinioni (ne ha un po’ in tutti i campi), anche se al momento non ha nessun diktat per quando riguarda il modo di vestire. E, siccome a noi che scriviamo la barba ancora piace, speriamo solo che a perdersi per strada saranno per prima cosa quei tanto discussi (e piuttosto bruttini, va detto) risvoltini sui pantaloni. Non resta dunque che aspettare e vedere.

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