Quando si dice un uomo dalle mille risorse e – soprattutto – dalle mille iniziative. Questo è Fabio Lucarelli, Co-Founder del brand Gala Beach Wear, consulente nel settore della moda, amante della musica, dei locali, delle public relations e della vita a 360 gradi. Fratello di Selvaggia Lucarelli, anche Fabio – pur se in un settore differente da quello della sorella – ha voluto dimostrare a se stesso e agli altri che, con l’impegno e la determinazione, in Italia si possono fare bei progetti e, soprattutto, che il made in Italy vale e tanto. Dopo aver avuto per 10 anni il brand di abbigliamento Colour Armada con il socio Riccardo, ora Fabio Lucarelli si è buttato a capofitto su Gala Beach Wear e su molti nuovi progetti.
Un brand di costumi al 100 per cento made in Italy: come e quando nasce Gala Beach Wear?
Un anno fa, una mia amica mi ha detto che voleva riaprire il laboratorio di famiglia, un laboratorio di costumi da bagno. Così mi si è come accesa una lampadina, mi sono reso disponibile a darle una mano – dopotutto il settore dei costumi va moltissimo negli ultimi anni, grazie anche agli influencer in rete come Chiara Biasi, Oscar Branzani, Mariano Di Vaio – e così è nata la mia idea. Con lei c’è stata una buona esperienza estiva, poi tornato a Milano ho dato avvio al progetto Gala Beach Wear.
In che modo?
Mi sono incontrato con i ragazzi di Lecrown, brand di scarpe di Milano, e insieme a loro abbiamo partorito l’idea dei costumi Gala, una linea, per ora, solo femminile.
E questo nome “Gala”, invece, come nasce?
La caratteristica principale dei nostri costumi è la bordatura nera che rifinisce reggiseni e slip, un po’ sullo stile della lingerie di Victoria’s Secret per intenderci. Esplorando il settore abbiamo scoperto che le bordature nel linguaggio sartoriale si chiamano proprio gala, da lì è nata l’idea di chiamare il nostro marchio Gala Beach Wear: ci suonava bene.
Quando è iniziata la distribuzione dei costumi e dove possono trovarli le clienti?
Non abbiamo negozi, né distributori ufficiali, ma operiamo esclusivamente online. L’e-commerce è il futuro dello shopping e noi abbiamo deciso di puntare lì. A Milano, non molto tempo fa, abbiamo lanciato anche una campagna che ha creato un certo scompiglio nella città: una modella ha indossato un nostro bikini nei momenti di vita quotidiana, sul tram, al supermercato e per le strade del centro. Molto divertente.
Quali sono le caratteristiche delle collezioni Gala beach Wear?
Si tratta di costumi sgargianti, dai colori fluo, molto d’effetto. Alle clienti proponiamo tre modelli differenti: l’intero (secondo me il più bello ed elegante), il lingerie (che riprende proprio i reggiseni di Victoria’s Secrets) e il classico brasiliano, disponibile anche nella variante in pizzo. La vestibilità è perfetta e ogni costume viene realizzato artigianalmente ed è – lo voglio sottolineare ancora – al 100 per cento made in Italy.
Pensi mai a una collezione maschile?
Certo. Stiamo aspettando i modelli, ma al più presto inseriremo anche la sezione beachwear uomo.
Secondo il tuo gusto personale, qual è il costume che sta meglio a una donna?
Quello intero, senza dubbio.
Non trovi più sensuale e femminile il bikini?
Assolutamente no. Trovo che il costume intero sia elegante e renda ogni donna ancora più femminile e bella. Certo, mi piace anche il bikini, ma il costume a un pezzo ha quel di più che mi colpisce sempre.
E della moda del momento, tra vintage, radical-chic e hipster, che ne pensi?
Mi piace molto lo stile hipster (molto in voga a Milano) e il radical-chic (maggiormente presente a Roma), ma credo che la moda abbia bisogna di personalità e creatività. Vengo da Pitti Uomo, dove ho presentato il progetto Bobo Paris: una t-shirt fatta con il tessuto della camicia. Un capo dalla vestibilità e dalla versatilità sorprendente, che nasce dall’idea di due ragazzi di vicino Como che hanno chiesto il mio aiuto. Questa è moda: proporre qualcosa di innovativo. Di mai visto prima.
Qual è il rapporto con tua sorella Selvaggia?
Andiamo molto d’accordo, amo parlare con lei. Sono stato io anni fa a consigliarle di venire a Milano ed è da allora che le nostre vite sono cambiate e che lei ha iniziato la sua florida carriera.
Hai mai pensato a un progetto con lei? Magari nel settore della moda?
Proprio qualche giorno fa le ho proposto un progetto nel campo del beauty, ma lei è davvero troppo impegnata e ingestibile. Nulla è impossibile, ma per ora sicuramente no.
Tu, invece, hai altri piani in mente?
Sono impegnato anche in un progetto di realizzazione di cinture, jeans e giacchetti di pelle, rigorosamente made in Italy, a Calenzano. L’estate mi occuperò di public relation al Pepero di porto Cervo e poi, mai dire mai, in futuro potrei anche riportare in vita il brand Colour Armada.
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