A partire dal prossimo 15 settembre (fino al 27 dello stesso mese) Alessia Fabiani sarà al Teatro Sala Umberto di Roma con lo spettacolo teatrale Un coperto in più al fianco di Maurizio Micheli, Vito e Loredana Giordano, per la regia di Gianfelice Imparato. La commedia scritta da Maurizio Costanzo ha debuttato nel 1972 e torna in scena dopo ben quarantadue anni. Si tratta di una specie di Godot al femminile: “Il mio ruolo è particolare perché si tratta di un deus ex machina. E’ funzionale a tutta la storia, ma non svelo altro. Posso solo dire che il filo conduttore è la solitudine che rappresenta il male negli affetti. Insomma, si ride in maniera garbata e allo stesso tempo si riflette molto. Costanzo ha voluto fare un omaggio a diversi artisti, tuttavia io trovo che i personaggi assomiglino a quelli di Harold Pinter. Sono complicati e alla ricerca di una soluzione che non c’è. Come spesso accade anche nella vita“. Per questa parte la Fabiani ha un oufit anni Settanta e non le dispiace affatto…
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Come ti trovi in questi panni?
Benissimo, anche perché sono i miei anni in un certo senso. Sono nata nel 1976, perciò non li ho vissuti pienamente e mi dispiace molto. Mia mamma dice che con gli abiti anni Settanta le assomiglio molto e per questo motivo sono ancora più legata al personaggio. E’ come una fotografia d’altri tempi.
Ti piace usare questo look anche per la vita di tutti i giorni?
Sì, sono assolutamente vintage… E non solo nel look (ride, ndr)! Mi piace giocare ogni giorno con stili diversi. Il teatro poi aiuta molto perché appaga la parte narcisistica, ma anche quella giocosa. Io poi amo molto il mondo della moda ed infatti due anni fa ho aperto un blog che si chiama Stripes & Pois e che mi sta dando grandi soddisfazioni.
Com’è nata la tua passione per la moda?
In realtà fin da piccola mi sono interessata a questo mondo, anche grazie a mia madre. Lei è stata una specie di antesignana, perché studiava lingue all’estero, perciò era sempre in giro ed ogni volta che tornava a casa portava degli abiti che mi sembravano improponibili. Poi col passare degli anni ho capito che era semplicemente all’avanguardia. Per esempio gli orecchini che indosso nello spettacolo teatrale sono proprio suoi. E’ una specie di tutto nel passato.
Da piccola rubavi qualcosa dal suo armadio?
In realtà rubavo gli abiti e gli accessori di mia nonna!
E tua figlia Keira invece?
Beh è ancora troppo piccola, però già vorrebbe mettere rossetti e smalti. Al momento usiamo solo prodotti trasparenti. In ogni caso non avrei problemi se in futuro volesse prendere in prestito i miei vestiti o i miei trucchi. Per esempio sto già conservando le borse di marca per lei, così le potrà indossare quando sarà più grande.
E se ti proponessero di diventare testimonial di un brand insieme a Keira e Kim, quindi di posare con loro?
Non avrei affatto problemi. Sono orgogliosa di mostrare i miei figli. Ovviamente dovrebbe valerne la pena, quindi dovrebbe essere un bel progetto con delle fotografie particolari.
Hai debuttato sulle passerelle nel 1994 con un concorso di bellezza. Com’è cambiata la moda da allora ad oggi?
Attualmente c’è un equilibrio nel non equilibrio. Mi spiego. I gloriosi anni Cinquanta, Sessanta, Settanta, Ottanta e Novanta stanno tornando in voga, ma in maniera ricercata. La moda di allora viene mischiata a quella di oggi e così c’è più armonia rispetto al passato.
Se invece per uno spettacolo teatrale dovessi tingerti i capelli oppure tagliarli corti accetteresti, oppure preferiresti usare una parrucca?
Penso che gli attori debbano essere malleabili, quindi non avrei alcun disagio. Bisogna uscire dai cliché. Comunque dovrebbe sempre valerne la pena.
Foto by Twitter
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