Non avete mai sentito parlare di Shint? E’ un progetto (ideato da Eliana Peperoni, Chicca Keila con Davide Papasidero e Diana Del Bufalo) che vuole diffondere il verbo dello SHopping INTelligente. Shint nasce dalla passione nei confronti degli animali. Sembra difficile unire questo concetto a quello di shopping? In realtà non è proprio così, visto che questi due mondi sono strettamente correlati. Basti pensare a tutti quegli animali che vengono uccisi proprio per produrre borse, scarpe o vestiti. Quando ci troviamo in giro per negozi, in realtà il principio di libertà è ostacolato dal condizionamento mediatico e sociale. L’enorme quantità di prodotti sul mercato dà l’illusione di libertà nell’acquisto. Fare Shint significa proprio distinguersi dalla massa, rispettare se stessi ed anche tutte le altre forme di vita. Bisogna comprare con consapevolezza. Per capire meglio questo concetto abbiamo chiesto aiuto a Davide che, insieme ad Eliana e Chicca, ha risposto ad alcune nostre domande…
Com’è nata l’idea di Shint, lo shopping intelligente?
Shint nasce da un’idea di Eliana Peperoni e Chicca Keila e proviene da anni di studi e di ricerche su tutto ciò che c’è dietro al consumo di ogni tipo di prodotto; da qui la sconvolgente scoperta del trattamento riservato agli animali, che però è troppo spesso ignorato e messo a tacere. Trattamento che si riscontra anche nell’ambiente attorno a noi. Noi vogliamo aprire gli occhi ai consumatori, e dare loro la possibilità di scegliere se stare dalla parte di chi sfrutta o di chi rispetta la vita, l’ambiente, ed il proprio futuro: da qui la parola Shint, shopping intelligente, perché la testa va usata anche nelle scelte quotidiane che riguardano il consumo giornaliero, dal vestiario, ai detersivi, agli shampi, all’alimentazione.
Qual è stato il momento in cui avete capito di voler realizzare questo progetto?
Sicuramente ci accomuna la grande passione per gli animali e la voglia di combattere per il rispetto verso di essi, anche se ci siamo conosciuti in una situazione completamente differente: siamo tre cantanti e ci siamo quindi uniti in questo progetto, che come ho detto è stato ideato da Chicca Keila e da sua mamma Eliana Peperoni che, dopo aver conosciuto me e Diana ed avendo compreso il nostro vero interesse per questa tematica, hanno pensato di proporci di costituire questo bizzarro trio.
Il video/spot del progetto su Youtube ha oltre cinquantamila visualizzazioni (guardalo in fondo all’intervista, ndr): vi aspettavate una risposta così grande da parte del pubblico?
Sinceramente sì, ci aspettavamo, o meglio speravamo, in tutte queste visualizzazioni perché la tematica del rispetto verso gli animali è molto importante. Tocca il cuore e la sensibilità di molte persone e, a mio avviso, non è ancora del tutto affrontata. Dopo la pubblicazione abbiamo ricevuto migliaia di messaggi solidali e di incoraggiamento da parte del pubblico e della gente che ha compreso ed apprezzato il nostro video. Sinceramente credo che nel 2015 non possano esistere barbarie come appunto la tortura degli animali di ogni tipo (dai cani, ai gatti, ai furetti) per uno stupido vizio come la pelliccia.
Cosa significa davvero fare Shint?
Fare Shint significa non entrare nell’automatismo del comprare, usare la testa nel farlo. Guardate sempre le etichette quando comprate. Abbiamo dato la priorità al discorso delle pellicce perché innanzitutto va affrontato un argomento alla volta, e poi sicuramente è una cosa che si può facilmente evitare. E’ uno stupido vizio. Mentre parlando di cibo la questione diventa più delicata. Cominciate a fare selezione anche su ciò che mangiate, fate attenzione ad esempio all’olio di palma. Questo significa fare shopping intelligente. Cominciate ad acquistare il più possibile a km 0, il più possibile biologico.
Esistono dei brand che secondo voi inducono la gente a fare shopping intelligente?
Il consumo si sta orientando versio una soluzione cruelty free o verso una soluzione ambientalista: ad esempio molti prodotti per la pelle hanno il marchio not vivisection. Ci sono delle normative che però purtroppo spesso vengono disertate. Sicuramente ci stiamo muovendo verso quella direzione, ma dire che esistano brand che producono in modo cruelty free è difficile.
Cosa pensate di chi nel 2015 ancora ama indossare pellicce vere?
Penso che siano persone rimaste indietro nel tempo, persone che per uno stupido vizio e per egoismo (perché solo così si può definire) causano la morte ogni anno di migliaia di poveri animali. Penso che dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza. Spesso la mancanza d’informazione purtroppo non aiuta. Non ci rendiamo conto che a volte dei giacchetti con la pelliccia, che noi crediamo sintetici, in verità sono realizzati con pelliccia di cane o gatto, quindi penso che bisognerebbe informarsi un po’ di più.
Quali sono le soluzioni per combattere il problema?
L’informazione. Far sapere alla gente (per quei pochi che ancora non lo sanno) come vengono realizzati i capi che portano con tanto orgoglio addosso. Se però manca l’empatia, c’è poco da fare anche in quel caso.
Avete pensato ad un eventuale testimonial del mondo della moda che vorreste come volto della vostra campagna?
In verità sì, ci sono molti personaggi del mondo dello spettacolo che combattono ogni giorno con sensibilità e voglia di fare, ma pochi ragazzi giovani come noi. Per questo motivo ci piacerebbe in tal caso essere noi stessi (io, Diana Del Bufalo e Chicca Keila) i testimonial di tutto ciò. Perchè con le nostre forze vorremmo fare informazione seria, usando i social network non solo per le cose stupide e futili.
Sul vostro sito ufficiale c’è scritto “SHINT vuole lottare per il rispetto della conoscenza e della libertà che ne consegue rivalutando, agli occhi dei signori delle grandi lobby, l’autonomia e la capacità decisionale della singola persona“. La moda italiana ed internazionale quanto condiziona la società odierna?
Già quando si parla di moda c’è un condizionamento alla base. Quando si porta un prodotto in commercio e viene pubblicizzato la massa tende all’omologazione. Proprio il principio di moda oscura la scelta perché tende a far diventare tutti uguali. Quando escono abiti o soprabiti con inserti di pelliccia, si tende anche ad occultare il tutto. Non va più di moda “il cappotto di pelliccia” perché è invasivo agli occhi delle persone, ma viene camuffato, così che la gente non se ne renda conto.
In che modo si può collaborare con voi?
Diffondendo i messaggi che mandiamo attraverso i nostri social, attraverso youtube ed anche attraverso i nostri spettacoli, visto che abbiamo realizzato anche uno show che porta il nome di Shint e che attraverso l’arte sensibilizza e combatte per questa tematica. La cosa più importante da fare è l’informazione, la condivisione.
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