Nel mondo del fashion system, purtroppo, molto spesso vengono torturati ancora gli animali per creare capi d’abbigliamento (ce l’hanno spiegato anche gli amici di Shint, attraverso un’intervista a Velvet Style). E sempre con molte polemiche al seguito (ovviamente). Stavolta a destare scalpore è Alessandro Michele con i mocassini in vera pelle di canguro realizzati per la collezione Autunno/Inverno 2015-2016 di Gucci. Sul web è nata una petizione (sul sito Care2 thepetitionsite.com) dal titolo “Diciamo al CEO di Gucci che usare la vera pelle di canguro nella nuova sua collezione di abbigliamento non è chic” che vuole convincere l’amministratore delegato Marco Bizzarri a far togliere dal commercio questo prodotto. Sono richieste oltre centocinquantamila firme e manca davvero poco per raggiungere il traguardo stabilito.
Sul portale in questione viene anche descritta l’uccisione dell’animale caratteristico dell’Australia: nel corso della caccia annuale le mamme di canguro vengono fermate con un colpo di fucile – per poter sottrarre i cuccioli dai marsupi – bastonate e decapitate. Nel frattempo sui social network dilaga l’indignazione: “Canguro fai attenzione che se ti vede @Gucci ti prende la pelle”, “@gucci ma per forza di canguro bisogna farli sti mocassini?”, “Canguro non è chic“, “Gli stilisti italiani per ricconi non si fanno mancare nulla: hai visto le scarpe con pelo di canguro di Gucci? #iostocondaniza”. Cosa risponderà il brand a questi attacchi?
Forse un silenzio stampa com’è accaduto anche in occasione delle recenti provocazioni di Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace? La Ditta Giovanni Lanfranchi ha detto addio alle sostanze tossiche anche per la produzione di chiusure lampo e secondo lui anche altre aziende dovrebbero prenderne esempio: “I tessuti e gli accessori – ha detto Ungherese – prodotti a marchio Lampo vengono usati anche da altri marchi della moda italiana e internazionale che si ostinano a ignorare l’impatto dei loro vestiti sull’ambiente e sulla salute di tutti noi. Cosa aspettano Versace, Gucci, Armani e Dolce&Gabbana a fare passi concreti verso una moda pulita e libera da sostanze tossiche?“.
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