Venerdì 15 gennaio è giunta al termine l’ottantanovesima edizione di Pitti Uomo a Firenze, dando così vita ad una vera e propria staffetta con la Milano Moda Uomo in quel del capoluogo lombardo. Cos’è accaduto in queste due giornate? Ad inaugurare il tutto c’è stato Roberto Cavalli con la sfilata realizzata da Peter Dundas. Per il direttore creativo del brand è stato un debutto nella linea maschile dopo l’esordio a settembre per quella femminile. Dundas ha unito la modernità allo stile delle icone rock degli anni Sessanta e Settanta creando un mix unico in mood dandy. “La scelta di Peter Dundas – ha dichiarato il padrone di casa – rappresenta la volontà di proseguire in un percorso di stile che ha ottenuto un grande apprezzamento, innovando nel rispetto della tradizione e del glamour che hanno caratterizzato il mondo Cavalli dalla sua nascita ad oggi“. È stato proprio così.
Dolce&Gabbana invece hanno messo in scena un vero e proprio Spaghetti Western che si è aperto per l’appunto sulle note di Ennio Morricone e con un allestimento che ricordava i set cinematografici di Sergio Leone. “Quello che ci interessa – hanno spiegato i due stilisti all’Ansa – è il racconto, non l’indumento. Ci siamo ispirati agli spaghetti western di Sergio Leone perché è un altro pezzo di Italia che abbiamo voluto reinventare“.
Ha poi ha debuttato il giovane designer Lucio Vanotti con il benestare di re Giorgio Armani. Una sfilata minimal ed essenziale con abiti che cercano di togliere il superfluo pensando solo alla praticità. Ogni anno Armani sceglie un talento dalle grandi potenzialità per dargli lo spazio che merita e stavolta è toccata proprio a Vanotti: “Il loro entusiasmo – ha spiegato Armani in una nota riportata dall’Ansa – la dedizione, e la creatività declinata in modo sempre personale e sentita continuano ad appassionarmi. A Lucio Vanotti, il designer che ho scelto per questa stagione, auguro un futuro brillante, ricco di soddisfazioni“.
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