“A chi ha la Barbie con la pelle bianca dai Sessanta … La mia io l’ho aspettata sino al 1980“: queste le parole pronunciate da Cecile nella strofa di N.E.G.R.A., canzone in gara nella prossima edizione del Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte. Ed è proprio così come canta lei. La popolare linea di fashion doll è stata commercializzata dalla Mattel a partire dal 1959, mentre per avere la prima bambola di pelle nera le bambine hanno dovuto aspettare fino agli anni Ottanta (anche se nel 1964 è stata prodotta Julia, Barbie Afroamericana). A quanto pare le Barbie di colore a basso costo sono davvero difficili da trovare e così la modella Mala Bryan ha deciso di creare una collezione tutta sua di giocattoli per ovviare al problema.
“Tuttora gioco con le Barbie – ha dichiarato la ragazza, come riporta La Repubblica – – per me è una sorta di terapia. Mi piace l’idea che sia i bambini che gli adulti possano riconoscersi nei propri giocattoli. Immaginavo di non essere l’unica a cercare delle Barbie di colore. Dietro non c’è alcuna strategia e sono felice che le bambole stiano avendo successo“. Malaville è il suo brand (come riporta lo stesso quotidiano) che produce bambole con i capelli afro e con i vestiti caratteristici caraibici (non a caso Mala è nata sull’isola di Santa Lucia, nelle Piccole Antille). Maisha, Mala B., Malina e Mhina costano solo venti dollari (circa diciotto euro).
A proposito di Barbie, qualche tempo fa invece ha fatto molto discutere lo spot realizzato da Moschino per commercializzare i due nuovi modelli di modelli da collezione e la capsule collection di otto capi d’abbigliamento. Cosa c’è di strano? Nel video “incriminato” appare per la prima volta un bambino maschio. Non deve esserci differenza di giochi fra maschi e femmine. La Mattel e Moschino hanno voluto dare un messaggio significativo ai propri clienti. Peccato però che non tutti l’abbiano capito.
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