E’ scomparso a 93 anni l’imprenditore Renato Bialetti ,“papà” della Moka e creatore di un mito. Vogliamo ripercorrere insieme la storia della macchinetta per il caffè che ci ha resi celebri nel mondo.L’eccellenza italiana è ben nota all’estero, nelle sue forme più svariate: in quella della cucina, dell’arte, della moda, della cultura… e anche del design.
Si, perché nel corso della storia ci siamo sempre dimostrati abili artigiani, capaci di unire un gusto innato alla praticità. E’ questo il modo in cui oggetti di design ormai considerabili di diritto pezzi della storia italiana continueranno a renderci orgogliosi anche nelle terre d’oltralpe.
E quale oggetto è più adatto a rappresentare le tradizioni del Belpaese se non la cara vecchia Moka? Una di queste, addirittura, è stata esposta al MoMa di New York come rappresentante dell’eccellenza del design italiano.
Pochi, però, conoscono la storia di questo oggetto. Era il lontano 1933 quando Alfonso Bialetti, osservando la moglie che lavava il bucato in una lisciveuse (una grossa pentola munita di tubo con la parte superiore forata), ebbe un’intuizione semplice ma allo stesso tempo rivoluzionaria. Sfruttando lo stesso elementare meccanismo che faceva funzionare la pentola, costruì il primo prototipo di Moka, la Moka Express.
Gocce di caffè, lacrime che oggi versiamo per rendere omaggio al papà della moka.Ciao Renato.Photo Credits @robertoranzoni
Pubblicato da Bialetti Industrie su Venerdì 12 febbraio 2016
Fu il figlio Renato Bialetti ad avere la giusta intuizione e a scegliere di investire nella produzione massiccia delle caffettiere: ben presto gli italiani non poterono più fare a meno del caffè fatto a casa, che era buono proprio come quello del bar. Una mossa astuta fu quella di investire risorse in ambito pubblicitario per promuovere la macchinetta del caffè dal design Art Déco: nel 1954 il disegnatore Paul Campani diede vita all’indimenticabile ”Omino coi baffi” (ispirandosi proprio a Renato Bialetti), protagonista, negli anni successivi, di tanti piccoli spot mandati in onda su Carosello. Fu l’inizio del mito.