Laura Biagiotti si ispira al dialogo tra abito e natura per la sua Collezione Primavera/Estate 2016
La grande stilista italiana Laura Biagiotti, in occasione del Giubileo con la Moda, studia un nuovo dialogo tra abito e natura e ripercorre un progetto culturale di intrigante leggerezza e libera femminilità. Decori naturalistici e labirinti alchemici di ispirazione rinascimentale, in forma di simboli e nodi, sono ricamati e intarsiati nel tessuto e nella maglia. Ed è proprio un nuovo Rinascimento artigianale quello che va in scena sulla passerella Biagiotti per la Primavera/Estate 2016, sublimando la vocazione manufatturiera del Made in Italy. Fiori e stilemi realizzati con passamanerie e nastri di gros vengono sapientemente intarsiati nello chiffon, nel lino e nella maglia. Sono delle vere composizioni d’arte, realizzate con la tecnica “cut works” del collage.
Accenti ‘70 dettano le lunghezze e le ampiezze di abiti in costante movimento, che ondeggiano languidi enfatizzando il corpo. Anche i dettagli come i fiocchi da annodare al collo o alla vita fluttuano con l’incedere. Le maniche sono romantiche con i volants al polso, e spuntano anche da corazze di pelle e gilet impunturati. Pizzo e rouches rimandano a seduzioni sofisticate. Domina il tailleur stampato, ricamato o di broccato new dandy. Gemme e splendori definiscono i ricami. Gli accessori vagheggiano i ‘70: tacchi importanti, zeppe con la fascia, sabot e sandali stringati. Tracolle di uncinetto con frange di catena e sacchi di nappa. Dominano gli occhiali cult di Laura Biagiotti: l’iconica mascherina amata e tuttora collezionata da milioni di donne viene rieditata con acetati stampati a righe, fiori e loghi intrecciati, combinati con lenti dalla leggera sfumatura.
La nuova era della maglieria pone l’accento su un’opulenta varietà di lavorazioni: fibre sottilissime incontrano intrecci più materici come la rete. Giochi di velature e venature resi da filati iperleggeri creano decori e geometrie direttamente sulla silhouette. Composizioni di righe pastello per gilet di maglia lunghi alla caviglia, abiti e caftani. Le micro-reti sprigionano una luce enigmatica. Lo jacquard logato accentua il tema bicolore, ripreso anche dal tessuto, in un amalgama di sovrapposizioni, a volte anche con tocchi di rosso. Vestali contemporanee che custodiscono il culto della moda sfilano in abiti ieratici di garza di lino. Chiudo la sfilata con l’Herbarium di Laura, rivisitazione di una celebre stampa lanciata nel 1979. Abiti di lino dai volumi enfatizzati, definiti da profili di pizzo, evocano la mia inesausta ricerca estetica declinata in 50 anni di carriera, e seguono una riflessione di Baudelaire che va oltre le stagioni: perché in fondo l’ossimoro della moda, come quello della natura, è estrarre l’eterno dall’effimero (Laura Biagiotti)
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