Gucci America esce dall’International AntiCounterfeiting Coalition, perché l’organismo di Washington dedicato alla lotta contro i prodotti falsi ha accettato fra i suoi membri il grande mercato digitale cinese Alibaba.
Gucci America, dopo l’ingresso di Alibaba nella Coalizione internazionale contro la contraffazione (IACC), lascia il gruppo in segno di protesta. Il mese scorso era stato il marchio americano Michael Kors a prendere la stessa decisione, definendo Alibaba “l’avversario più pericoloso e più dannoso”. La rivolta dei brand di lusso all’espandersi dell’egemonia cinese dimostra quanto questo sia un problema sempre più sentito sul mercato internazionale.
L’IAAC (International AntiCounterfeiting Coalition) con sede a Washington DC, è un’ organizzazione no-profit fondata nel 1979 per combattere la contraffazione e la pirateria dei prodotti. Conta più di 250 membri, fra cui giganti come Apple, Adidas, Exxon, Chanel, Google, Luxottica, Nike, Chanel, Cisco System e tanti altri. In aprile ha accettato anche Alibaba, che ha raccolto 25 miliardi di dollari dalla sua quotazione negli USA e, secondo le stime di S&P, ha un valore di 215 miliardi.
Le principali perplessità degli altri aderenti al gruppo circa Alibaba si basano soprattutto sul grande scetticismo circa la sua presunta volontà di impegnarsi a combattere la vendita dei prodotti falsi sul suo sito online. La battaglia ha assunto da subito carattere legale, in quanto Gucci, insieme ad altri brand controllati da gruppo francese Kering, come Balenciaga, ha citato in giudizio Alibaba presso una corte federale di New York con l’accusa di incoraggiare consapevolmente prodotti contraffatti sulle sue piattaforme di e-commerce e trarne profitti.
Dopo l’uscita di Gucci dalla Coalizione, il Vicepresidente dell’IACC Candice Li-Uzoigwe ha commentato: Non erano felici dell’adesione di Alibaba. Ma l’Associazione non intende recedere circa l’ammissione di Alibaba nel gruppo e il Presidente Robert Barchiesi ha affermato: La IACC conferma la sua decisione e si impegna ad andare verso il futuro e guidare una coalizione di chi vuole.
Tuttavia sembra che Alibaba sia stato inserito in una categoria speciale all’interno della Coalizione, senza diritto di voto, che era stata creata in risposta alla richiesta di adesione da parte di eBay, che poi però ha deciso di restare fuori. Alibaba ha motivato la sua richiesta di adesione al gruppo spiegando che essere membro della coalizione avrebbe permesso di lavorare più da vicino con i marchi e dunque rafforzare la tutela della proprietà intellettuale, ma quest’affermazione non convince Gucci.
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