La nostra rubrica Chicche di Stile questa settimana è dedicata a un accessorio molto antico ma sempre di moda: il ventaglio.
Il ventaglio è uno degli accessori più antichi ma conserva il suo fascino intramontabile. Oggetto utile ma anche di vanità, ricco di significati simbolici e addirittura storicamente strumento di un vero e proprio linguaggio in codice, occupa un ruolo di primo piano tra i dettagli glam irrinunciabili. Nato come “strumento” portatile per potersi rinfrescare smuovendo l’aria, il ventaglio è costituito due parti principali: Il “pavese”, costituito dalla tela (dipinta, stampata o semplice), che può avere in aggiunta un ricamo o un merletto (secondo la tradizione europea) o un semplice foglio di carta stampatata (tradizione asiatica) e una base rigida e pieghevole, che può essere in avorio, celluloide, legno, madreperla, tartaruga o plastica.
Esistono anche ventagli senza pavese che in spagnolo si chiamano de baraja. Ed è proprio in Spagna che il ventaglio assurge anche a oggetto artistico, diventando parte integrante della danza flamenca e della danza spagnola di carattere (abanicos), con ventagli anche di grandi dimensioni, chiamati pericones. Sono molteplici le forme e varianti di questo accessorio sempre di moda:
ventaglio ad intelaiatura fissa, con manico e schermo in cartone oppure in legno e carta, o in metallo e stoffa, denominato “ventola”; ventaglio con manico lungo e fissaggio che riunisce una serie di piume o palmette;
ventaglio a coccarda, utilizzato nell’Alto Medioevo;
ventaglio “brisé”, privo di pagina, costituito da lamine che possono essere d’avorio, madreperla, legno oppure altri materiali rigidi, tenute insieme, alla base, da un perno chiamato rivetto, e riunite all’altra estremità da un nastro;
ventagli pieghevoli, con “stecche” di materiale rigido che fungono da supporto ad una pagina in carta oppure in seta, dentellata oppure ricamata o dipinta.
Le prime testimonianze dell’uso del ventaglio risalgono all’antichità egizia ed asiatica, come si evince da bassorilievi e pitture già almeno dalla XIX dinastia dell’Antico Egitto, ma inizialmente venivano adoperati soltanto nei servizi e nelle cerimonie di palazzo. Furono i greci ad adoperare per la prima volta il ventaglio per utilizzo domestico, a partire dal V secolo a.C., seguiti poi dagli etruschi e dagli antichi romani. Nel Medioevo il suo uso civile si diffuse e divenne un oggetto simbolico adoperato in alcune cerimonie religiose, ma anche nella vita di tutti i giorni. Anche in Asia il suo uso si diffuse molto e il ventaglio pieghevole fu inventato dai giapponesi nel VII secolo, ispirandosi al meccanismo dell’ala del pipistrello.
In Europa l’utilizzo del ventaglio data dalla fine del XV secolo. Introdotto in Francia da Caterina De’ Medici, diventò l’oggetto favorito di Elisabetta I d’Inghilterra e il suo uso, in vari stili, fogge e decorazioni, si diffuse tra il XVII e il XVIII secolo, diventando un oggetto artistico ed aristocratico destinato solo ai ranghi sociali più elevati. Successivamente perse sua esclusiva connotazione esclusivamente nobile e i secoli a seguire successivi videro un’ulteriore evoluzione del ventaglio fino alla sua diffusione nell’uso quotidiano e alla produzione in materiali meno pregiati e più standardizzati, rendendolo così un accessorio accessibile a tutte le classi sociali.
Tra il XIX e il XX secolo XIX, il ventaglio si trasformò in uno strumento di comunicazione, in un’epoca in cui la libertà di espressione della donna era fortemente limitata e fu così diffusa una vera e propria “lingua del ventaglio”, in cui ogni gesto ed il modo diverso di aprirlo o di chiuderlo avevano un significato ben preciso. Attualmente il ventaglio viene utilizzato nelle cerimonie o abbinato ad outfit eleganti o anche stravaganti, per un look dal sapore decisamente raffinato e glam.
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