Giorgio Armani ha scelto di affidare a una Fondazione il proprio patrimonio. Approvati i dettagli tecnici e nuovo statuto che entrerà in vigore dalla data di successione.
Giorgio Armani (LEGGI ANCHE GIORGIO ARMANI SOSTIENE RICOSTRU DI MANCHIT AU PER LA SFILATA DI MILANO MODA) ha deciso di affidare i propri averi a una Fondazione; parallelamente l’assemblea costituente ha approvato un nuovo statuto (per il momento riservato) che entrerà in vigore il giorno della successione. Una mossa inaspettata che è stata divulgata con un sintetico comunicato stampa ad agosto e resa effettiva a pochi giorni dalla Milano Fashion Week 2016 (LEGGI ANCHE MILANO MODA DONNA 2016: IL CALENDARIO UFFICIALE) Il patrimonio di Armani è immenso: 2,6 miliardi di fatturato mentre l’impero dello stilista piacentino si stima intorno ai 6 miliardi. Un vero e proprio tesoro, affidato a una Fondazione che s’impegnerà a conservare gli averi dell’artista e a promuovere fini sociali.
La stampa è in attesa di ulteriori dettagli, che non è detto siano comunicati a ridosso della sfilata prevista il 23 settembre o in altre occasioni. L’argomento è stato trattato dalla maison in modo molto sintetico. E Armani, con questa mossa, non ha assolutamente intenzione di lasciare il proprio floridissimo gruppo o ritirarsi a vita privata. Con gli eredi (tre nipoti, non avendo successori diretti) in Consiglio d’Amministrazione, sarà la Fondazione a occuparsi fisicamente dell’immenso patrimonio dello stilista. La Fondazione metterà in pratica le linee comunicate ufficialmente a luglio: “autonomia e indipendenza, un approccio etico alla gestione con integrità e correttezza, un’attenzione all’innovazione e all’eccellenza, priorità assoluto allo sviluppo continuo del marchio Armani, sostenuto da adeguati investimenti, una gestione finanziaria prudente ed equilibrata, un limitato ricorso all’indebitamento e un cauto approccio alle acquisizioni”.
Oltre al futuro del gruppo, estremamente solido, Armani pensa a Milano, la propria città d’adozione e per cui aveva promesso di impegnarsi sempre più attivamente: dal ruolo di ambasciatore Expo al “salvataggio” dell’Olimpia Milano fino alla costruzione di Silos, il museo in cui racconta il suo lavoro.
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