Il Fashion Camp 2016 torna il 16 e 17 settembre. Un evento che parla di moda, di digitale ma anche di fitness, travel ed erotismo al femminile. Ecco tutte le informazioni.
Torna a Milano l’evento annuale Fashion Camp che per il 2016 segue il tema della macrosostenibilità. Si tratta di un appuntamento annuale nella forma di un barcamp di due giorni che confronta il fashion system con il sottobosco delle fashion blogger, la giungla delle nuove app di moda, i progetti di moda etica e soprattutto le nuove idee sperimentali. L’evento è dedicato alla moda, naturalmente, ma non solo a quella. La chiave di lettura è il fashion legato al concetto fondamentale del digitale e ad argomenti come il fitness, il travel e l’erotismo in rosa. Il Fashion Camp si tiene allo Spazio Calabiana di Milano, in via Arcivescovo Calabiana 6.
Vari momenti in programma: round table e incontri su discorsi come Snapchat o Mailchimp, nonché sui brand di moda che intraprendono la strada dell’editoria, sul concetto di esportabilità del Made in Italy o dell’utilità della strategia storytelling. Non mancano momenti di workshop che guidano alla realizzazione di qualcosa di concreto come il naked sushi. In programma anche una tavola rotonda sull’eros in rosa dove una scrittrice, una blogger, una psicologa, una giornalista e un’esperta di marketing parleranno liberamente del tema e dei tabù che lo contraddistinguono.
“La necessità di questo evento va ricercata nel bisogno endemico di tutto il settore di fare il punto su dove si trova oggi posizionato il segmento moda sul versante nazionale e internazionale, come si sta evolvendo il mondo in cui si muovono a vari livelli tutti gli operatori e, plausibilmente, elaborare possibili scenari che rinviino, operativamente, a concreti modelli futuri” spiega Anna Chieli, ideatrice dell’evento, durante un’intervista rilasciata a Bigodini: “Sostenibilità significa avere uno sguardo aperto e sposare un sistema di vita che privilegi un approccio sano e corretto, dal cibo al modo di vestirsi, ma prima ancora nel modo di pensare e rapportarsi al pianeta, che non è solo nostro, ma appartiene alle generazioni future”.
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