NC Pop è una factory creata da Claudio Gregetti “Greg” e la moglie Nicoletta Fattibene “Nicky”. La loro estrosa collezione coniuga moda e stile in un connubio originale ispirato al mood della Swinging London. Ecco l’intervista rilasciata in esclusiva a Velvet Style.
Greg e Nicky sono due creativi. Due creatività estrose ed esuberanti che hanno unito sotto la factory NC Pop (“Pop” sta per “Popular”, come ci spiega Nicky) le proprie propensioni musicali (lui) e fashion (lei) per una linea di cappelli ispirati alle atmosfere della Swinging London nonché abbinati a playlist eseguite dallo stesso Greg con il gruppo NoComment. La coppia ha concesso un’intervista esclusiva a Velvet Style dove ci racconta un po’ la collezione e il progetto NC Pop. Realizzati in realizzati in feltro, plastica, tulle, nylon, passamanerie, ciniglia, maglina, tela o a forma di turbante, i cappelli sono bellissimi, estrosi e colorati.
I cappelli del brand NC Pop sono estremamente estrosi, anche perché uniscono diverse forme d’arte come la moda e la musica. Sappiamo che Nicky si occupa dell’aspetto fashion e Claudio dell’aspetto musicale. Ma succede che Nicky dia un suggerimento per quanto riguarda la musica e Claudio per l’aspetto modaiolo?
C: Deve succede. L’alchimia vincente di una coppia, nella vita come nella creazione, si basa su un continuo confronto. La nostra avventura è partita col presupposto di creare dei modelli che incarnino il nostro comune gusto, per aprire alla moda una porta che conduca nel nostro mondo.
N: Sì certamente! Input e scambi reciproci nel rispetto di ruoli e competenze sono alla base del nostro concept d’azienda e di vita. NC Pop è frutto del nostro amore, della nostra unione, la “commistione” è quindi insita nella sua stessa natura.
Le linee e i colori dei cappelli, come i temi musicali, sono ispirati alla Swinging London. Cosa aveva di speciale quest’epoca? Potendo, vorreste tornare indietro nel tempo per viverci come accadeva allo scrittore protagonista di Midnight in Paris?
C: Il Regno Unito negli anni ’60 ha rappresentato la novità, la freschezza, la libertà e la ribellione pacifica. C’era fermento e creatività. Se dovessi scegliere un periodo in cui vivere opterei per gli anni ’50 negli Stati Uniti, poiché le mie radici sono nel Rock’n Roll. Non credo, però, che mi ci trasferirei vita natural durante. Appartengo agli anni 2000 e voglio viverli; ma anche plasmarli a mio piacimento.
N: Concordo pienamente con la definizione che mio marito ha dato e aggiungo che, essendo cresciuta con una madre figlia degli anni ’60 e ottima rappresentante degli stessi (a cui tra l’altro il modello Sandy è ispirato) sono un periodo che ho particolarmente a cuore e molto vicino. Quindi, dovendo scegliere un periodo in cui vivere alternativo al presente, probabilmente sarebbe esattamente quello! Non sono certa però che, una volta lì, avrei voglia di tornare indietro.
In che modo abbinate il disegno del cappello alla scelta delle playlist a cui associarlo? Nasce prima l’uovo o la gallina? Cioè: partite dalla musica o dal disegno dell’oggetto?
C: Si parte dal momento della giornata a cui vogliamo ispirarci. Cerchiamo di immaginare quale sensazione quel preciso momento ci comunichi. Qui nascono immagini e suoni: le prime portano al cappello, i secondi alla colonna sonora.
N: Il fulcro dell’origine sta nell’ispirazione… è lì che parte tutto. Non c’è un ordine prestabilito: lasciamo fluire le emozioni e osserviamo che forma assumono. In questa prima esperienza i cappelli hanno preso forma prima delle canzoni, ma l’ispirazione è andata di pari passo in continuo contagio.
Siete una coppia nella vita e sul lavoro: come vi trovate gestire questi due ambiti contemporaneamente?
C: Personalmente come Myrna Loy e William Powell della serie “The Thin Man” (L’Uomo Ombra) o, se vogliamo essere più attinenti al periodo, come Diana Riggs e Patrick MacNee di “Avengers” (Agente Speciale). Un team di cuore, cervello, anima e grinta.
N: Bene! Ci siamo scelti nella vita e subito dopo nel lavoro perché quando intenti, valori, approcci, obiettivi e dinamiche logiche sono simili e si compensano reciprocamente, sempre nell’ottica di un traguardo comune, è davvero difficile che le cose possano andare male.
Come sarebbero stati gli anni ’60 se ci fosse stato Instagram? Migliori o peggiori?
C: La tecnologia è strepitosa, è la nuova Biblioteca d’Alessandria. Forse non dovrebbe essere così accessibile a tutti.
N: Ahahah! Non sarebbero stati gli anni ’60! Scherzi a parte, Instagram è uno strumento fantastico ma ha delle sue regole di comunicazione abbastanza rigide che, applicate alle vicende che hanno fatto passare alla storia gli anni ’60 come il periodo del cambiamento e del fermento in generale, probabilmente avrebbero portato a sviluppi e conclusioni differenti da quelli che oggi conosciamo e che NC celebra con questa collezione.
Domande a Nicoletta
Quali sono le tue fonti di ispirazione? Hai uno stilista preferito o un mood in cui ti riconosci?
Ne ho diversi, dipende dallo stato d’animo in cui mi sveglio, dal mood del momento, dalla circostanza che mi trovo ad affrontare. Certamente ho il mio stile ma le sue declinazioni sono molteplici. La base sono sempre gli anni ’60 o i ’90. Amo le linee pulite, fantasie non bucoliche, elementi di spicco caratterizzanti su outfit non semplicissimi. Amo la ricerca, il divertimento, l’innovazione e la libertà nell’accostare. Amo la pulizia dei mood in generale, il carattere della Westwood, il gioco di Moschino, la personalità e la classe di Dior, l’intramontabile intraprendenza di Chanel e così via. Ma più di ogni altra cosa amo soddisfarmi e dare a me stessa ciò che mi faccia star bene! Tanto per cadere in ovvie ma “vitali” citazioni: la moda passa, lo stile resta.
Cosa dovremmo ereditare secondo te dalla moda anni ’60 della Londra dello swing? Quali sono i capi Sixties che preferisci e che potrebbero essere rilanciati nel 2016?
Innanzitutto le atmosfere! A mio avviso, finiti gli anni ’60, innovazione pura e classe si sono sempre più allontanate fino ad arrivare ai giorni nostri, dove stilisti definiti “di alta moda” propongono forme creative ma a dir poco assurde che dimostrano quanto non abbiano idea di cosa sia la classe. Avremmo dovuto ereditare il rispetto del corpo femminile che, seppur esposto, lo era in maniera studiata e mai eccessiva. Il divertimento e la libertà espressiva (non necessariamente legata a mode dettate dai mass media), la creatività e il fermento! E poi le minigonne, gli stivali al ginocchio, le fantasie optical, le abbottonature caste e profonde abbinate ai micro shorts e…i cappelli!!!
Chi potrebbe essere il possessore ideale di un cappello NC Pop?
Io? Claudio? Ahah… Certamente una donna di carattere, che sappia qual è il suo posto nel mondo e abbia voglia di giocare con la propria immagine, forte e consapevole delle sue radici di cui va fiera. Non ho una vera e propria musa ispiratrice, lo dice anche il nome stesso NC POP dove POP sta per “Popular”… il VIP, in questo caso, è il progetto. Dress up your music: è chi lo abbraccia che si illumina del suo valore e non il contrario.
Domande a Greg
Sei attore, conduttore, fumettista e musicista. Quale anima senti che prevale tra tutte queste?
Io sono principalmente un Musicista, la prima prima passione. A seguire c’è quella per il Teatro, per cui adoro scrivere. Il disegno ormai è un godibilissimo hobby e sono incidentalmente anche attore. Non sono un conduttore nella sua accezione classica: in radio interpreto la parte del conduttore, ne faccio una caricatura propedeutica alle gag che scrivo.
In che modo, secondo te, una determinata musica può accompagnare un cappello piuttosto che un altro? Su cosa si basa “l’abbinamento”? E in che modo i “NoComment” intercettano l’anima musicale di un accessorio fashion?
Il modo in cui la musica può sposarsi a un’immagine è anche nella magia che anima le colonne sonore. Io vedo quel cappello, lo visualizzo sulla testa di una donna (o di un uomo, nel caso di Charlie e Bombetta). Ogni gesto che il mio protagonista compie nello spazio fa vibrare un mio pentagramma interno e la musica si compone. Così è per me, ma anche per ogni altro membro della sezione musicale della nostra factory.
Cosa dovremmo ereditare secondo te dalla musica della Londra dello swing? Quali sono i tuoi artisti di riferimento di quel periodo?
In realtà non ho artisti di riferimento di quel periodo di estrazione britannica. Sono molto legato al lavoro dei Beatles, dei Kinks, degli Zombies, degli Stones e di Syd Barrett, ma la mia sfera di ispirazione è negli Stati Uniti, con Buddy Holly, Beach Boys, Burt Bacharach, Lalo Schifrin, Neal Hefti ed Henry Mancini. Di quell’aureo periodo dobbiamo conservare la voglia di sperimentare ogni sonorità della Musica con la tecnologia che abbiamo tra le mani: sempre con tanta passione, divertimento ma con il gusto e la classe che oggi è quasi estinta.
Photo Credits: NC Pop
Si ringraziano Greg e Nicky e l’ufficio stampa Silvia Signorelli
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