Intramontabile, classico, affascinante, elegante. Lo smoking è un simbolo trasversale che ha conquistato diverse epoche e si sta ri-imponendo come outfit femminile.
Questa settimana la rubrica Chicche di Stile, dopo essersi focalizzata sui cuissard (LEGGI ANCHE CHICCHE DI STILE: I CUISSARD, GLI STIVALI SOPRA IL GINOCCHIO) e sull’irresistibile binomio bionde e cappotti cammello (LEGGI ANCHE CHICCHE DI STILE: BIONDE E CAPPOTTI CAMMELLO) si dedica a un capo dal fascino assoluto: lo smoking. Lo smoking è un abito da uomo estremamente iconico, elegante e caratterizzante. Viene indossato esclusivamente e rigorosamente di sera, dopo le 18: viene indossato generalmente durante la notte di San Silvestro, nelle serate di gala, nelle seconde teatrali.
La sua origine è curiosa e particolare: il termine smoking deriva proprio (l’avreste mai detto?) dal verbo inglese smoke, fumare; tradizionalmente, infatti, era una veste da camera indossata apposta per fumare e “salvare” i vestiti dall’odore del tabacco. La nascita dello smoking come mise elegante risale alla fine dell’800; prima di allora l’unico abito elegante contemplato era il frac. Lo smoking, secondo le ipotesi più accreditate, sarebbe nato a Londra nel 1865. Il merito va alla sartoria Henry Poole & Co. di Savile Row. In questo laboratorio sarebbe stata ideata una “giacca corta da fumo” per il principe di Galles tagliando le code di rondine da un frac. Negli USA invece apparve per la prima volta nel 1886 al Tuxedo Club per opera del dandy Griswold Lorillard.
La storia della composizione dello smoking presenta una codificazione non rigidissima ma netta pur essendo andata incontro a molti cambiamenti nei decenni. Per quanto riguarda il colore, lo smoking è tradizionalmente nero, anche se negli anni ’60 esplose la smoking-mania multicolor. Tradizionalmente l’unica variante accettata sarebbe il blu scuro. I tessuti invece possono variare dalla vigogna all’alpaca, senza regole particolari. Fondamentale è la giacca: monopetto, a un unico bottone, che può essere slacciato per consultare l’orologio sul panciotto.
Altrettanto fondamentale è la presenza del papillon, che dev’essere nero (inammissibile usarli colorati); il frac, invece, prescrive d’obbligo un papillon bianco. La camicia da smoking invece è bianca, di cotone o seta e a maniche lunghe. Deve avere i polsi doppi, dove troneggiano i gemelli, e i bottoni preferibilmente di madreperla o gioiello. Gli altri elementi fondamentali sono il panciotto, i pantaloni senza risvolto, le calze che devono arrivare al ginocchio e le scarpe, le pumps, che devono essere allacciate con un fiocco di seta che tradizionalmente sostituisce le stringhe. Di solito con lo smoking si porta un fazzoletto nel taschino.
Lo smoking è nato come outfit maschile, ma le contaminazioni e le sperimentazioni del mondo della moda l’hanno portato incontro a cambiamenti trasversali al gender. Già Coco Chanel aveva ideato il tailleur con la gonna per le donne lavoratrici. Lo stilista Yves Saint-Laurent nel 1966 fa un passo ulteriore e sdogana un abito maschile sul corpo di una donna, veicolo di cambiamento e sensualità: “Il pantalone è un vezzo, un fascino supplementare, non un segno di uguaglianza o di liberazione”. Lo smoking femminile di Saint-Laurent era stato iconico, grandioso e rivoluzionario e aveva conquistato personaggi come Catherine Deneuve o Bianca Jagger.
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