Ecco l’uomo di fine anni ’10 secondo Dolce & Gabbana. È un influencer con lo smoking, i risvoltini, i pelouche e la corona da principe. E naturalmente lo smartphone al posto dello scettro. Crisi della virilità o nuova virilità?
Instagrammabile e cuorato ai limiti ossessivo-compulsivo, incoronato, regale e smokingato: l’uomo Dolce & Gabbana del 2017 è polverizzato in una confusione di waves, new waves, possibilità, stili e rimpianti. La coppia di fashion designer ha scelto i web influencer per impersonare la collezione: Bauman aveva predetto la modernità liquida ma non avrebbe immaginato (o forse sì?) che quei rivoli acquosi sarebbero scivolati tra socialitee, youtuber e fashion blogger (al maschile). L’uomo nuovo indossa lo smoking, ma ha le caviglie scoperte. Indossa la corona ma tiene in braccio un orsacchiotto, come se il “potere” (potere di accumulare follower? Forse ci si riferisce a quello?) non possa esistere senza una contropartita ontologica di coccole e tenerezze. Dolce & Gabbana in quella modernità liquida si sono immersi, e senza neanche tapparsi il naso e indossare gli occhialini, ma diventando essi stessi liquidità.
Ed ecco che la loro collezione è dedicata ai Millennials, “che vogliono essere eleganti ma ignorano le regole del classico“. Ecco perché un mocassino su un molo anni ’60 (davvero negli anni ’60 però, non riprodotto vintage-amente) appariva classicamente sublime quanto adesso, addosso a un inconsapevole, sembra una degenerazione trash del Briatore miglior maniera. Ma questa è un’altra storia. Tornando a Dolce & Gabbana, i due stilisti hanno scelto modelli come Cameron Dallas o Lucky Blue Smith, o (meglio ancora) figli d’arte tipo Presley Gerber, Rafferty Law, le stelline Stallone, Sofia Richie, Levy Dylan e Brandon Lee. Per chi ama il grottesco, il popolo dei “figli di” può definirsi un clone degli anni ‘8o e ’90, tanto rimpianti da non poter tornare sotto nuove mutevoli forme. Perché il futuro della moda corre su Instagram e corre veloce, mentre chi si ostina alla purezza della carta stampata e del rigore formale rimane indietro, travolto dal luccichio degli hashtag.
Sulla musica di Austine Mahone e nel contesto de La Bella e la Bestia, il “castello incantato” del web (dove le Bestie mostruose e i loro outfit followatissimi non mancano), i Millennials invadono la passerella Dolce & Gabbana: sono i nuovi principi, con smartphone come scettri e vistose corone d’oro. La ricerca formale riprende un mood incantato e favoloso, declinato nei broccati, nei motivi laminati e barocchi, nelle vestaglie di tappezzerie sontuose, nei pelouche che invadono i look e ne diventano parte integrante, posti sulle spalle come una sorta di copricapo o a forma di zainetti estremamente naif. Per qualcuno che si chiedesse che tipo di virilità è veicolata nei complessi anni ’10, è estremamente difficile dare una risposta.
Si sognano ancora i boscaioli con una camicia a scacchi (non costosa e brandizzata e neanche hipster e finta anti-mainstream, una vera camicia qualunque) ma il nuovo uomo (come la nuova donna) è degenderizzato, proiettato nel magma digitale e multipiattaforma, coccolato dagli echi del classico (gli stilisti ne approfittano, dopo Mahone, per un momento con la “Cavalleria Rusticana”) e sospeso tra voglia di controllo e ondate di zucchero con l’orsetto del cuore. È il flaneur contemporaneo, che piaccia o no: smarrito e ben vestito, si perde dietro una scia di cuori su Instagram e punta alle stelle “andando a comandare” con tanti, tanti like.
Photo Credits Twitter