Non ha fronzoli né inutili orpelli la collezione di Plein Sport presentata dallo stilista tedesco durante Milano Moda Uomo. Come ha spiegato lui stesso prima di dare il via alla passerella-palestra, “non è una seconda linea, magari più accessibile e dedicata esclusivamente al pubblico più giovane: è una linea a sé, la prima linea di sportswear di lusso al mondo, che si piazza a metà tra quelle dei brand più famosi per l’abbigliamento tecnico e le linee sport degli stilisti più gettonati”.
Non manca certo di carattere Philipp Plein, che a Milano ha presentato la già gettonatissima linea di “activewear” uomo-donna “Plein Sport”: non a caso il logo è composto da una tigre e dal suo graffio. “Born to be different” è la sua filosofia, e i capi presentati all’interno di una sfilata-evento con tanto di percorso “parcour”, una mini-piscina, una palestra con tutti gli attrezzi per mantenersi in forma, sono pratici, tecnici, elegantissimi senza alcun cenno di stravaganza. Non ci sono teschi, o strass, o borchie, o fibbie. Solo tessuti high-tech dedicati a chi crede che la palestra non sia un terreno di gioco ma un campo di battaglia, dove oltrepassare i propri limiti per capire di che pasta si è fatti. “Tra Nike e le sneakers di Valentino non c’è nulla in mezzo, mentre c’è una fortissima domanda da parte del mercato”, ha dichiarato il designer spiegando perché ha sentito l’esigenza di creare una linea di capi per sport “tosti” come il base jump, la boxe, il parcour, dotati di grande appeal.
Non è certamente economica la linea Plein Sport, visto che un paio di sneakers va dai 200 ai 400 euro: sono però state create con le migliori tecnologie d’avanguardia e studiate per performance sportive ai massimi livelli. E il prezzo non ha spaventato chi, nell’acquistare qualsiasi cosa, predilige il motto: “pochi ma buoni”. In soli tre giorni infatti sono stati firmati ordini per un milione di euro.
Applauditissime le felpe dove la funzionalità prevale sul design, anche se quest’ultimo è comunque “modaiolo”: poi gilet e bomber, leggins, zaini e “cross trainers”, pantaloncini al ginocchio da abbinare con i fuseaux termici. Ogni capo prevede tasche per l’I-phone, le sneaker sono leggerissime, i giubbetti caldi e morbidi. Tra i colori tanto nero abbinato al giallo fluo, all’arancio, all’argento, presente anche su pantaloni, giubbotti e top ultrastretch. Poi ancora rosso, una punta di bluette, grigio.
C’è in effetti una marcata impronta “street style” ma comunque l’intenzione di Plein non era quella di creare capi “fashion” ma di mettere insieme il guardaroba ideale per performance di alto livello qualsiasi sia lo sport praticato. Materiali lussuosi sì ma non a scapito delle alte prestazioni. Dopo lo showroom milanese, Plein Sport sarà in 50 nuovi punti vendita da aprire entro l’anno, tutti rigorosamente allestiti come una palestra, con tanto di attrezzi ginnici e macchine usate come espositori. E poi Parigi e Amsterdam. Perché Plein è il primo a cercare di oltrepassare i propri limiti.
Photo credits: Ufficio Stampa Philipp Plein Karla Otto