Cuore di papà. Donald Trump vorrebbe rimandare tutti gli immigrati, e i loro bambini, a casa loro. Grazie al suo “Muslim ban” una bimbetta di quattro mesi, Fatemeh, ha rischiato di morire per una malformazione congenita al cuore che doveva correggere chirurgicamente negli Stati Uniti ma, se toccano la sua di bambina, va letteralmente fuori di testa.
Alla notizia che la catena di grandi magazzini Nordstrom, che dal 2011 vende la linea d’abbigliamento firmata da Ivanka Trump, avrebbe smesso di farlo nei suoi 350 punti vendita cancellando tutti gli ordini, Donald Trump ha preso il telefonino e ha twittato un messaggio a vetriolo. “Mia figlia Ivanka ha ricevuto un trattamento così ingiusto da Nordstrom. Ivanka è una persona fantastica, che mi spinge sempre a fare le cose giuste. Terribile”.
I megastore si sono difesi dichiarando che la scelta è stata fatta in base al forte calo delle vendite e anche al conflitto d’interessi. Ovvero: chi ha votato Clinton boicotta in ogni modo tutto ciò che è targato “Trump” con la campagna anti-Donald “Grab your wallet” e comunque la figlia di un Presidente degli Stati Uniti, finchè il papà è in carica, non dovrebbe tenere in piedi interessi commerciali soprattutto se occupa un posto di rilievo alla Casa Bianca.
Probabilmente Nordstrom non voleva inimicarsi i clienti e ha preferito “eliminare” la griffe scomoda. Non hanno convinto nessuno le parole del co-presidente dell’azienda Pete Nordstrom secondo cui “ogni anno vengono sostituiti il 10% dei brand in vendita a seconda del successo che riscuotono”. Poi però ha aggiunto: “Ogni singolo brand viene valutato sulla base dei suoi risultati: se le persone non lo comprano, noi non lo vendiamo”.
La reazione di Trump ha scatenato un putiferio perché i democratici hanno sottolineato ancora una volta l’inadeguatezza di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti. Un uomo nella sua posizione infatti non dovrebbe esprimere commenti o dare giudizi su impese private, che sono quelle che hanno fatto grande l’America. Lui però proprio è riuscito a trattenersi perché Ivanka è la sua figlia prediletta e chi la tocca, anche solo con una piuma, deve subire le sue ire.
Secondo fonti vicine alla Casa Bianca i responsabili dello staff presidenziale starebbero studiano un piano per impedirgli di twittare o accedere ai social nei momenti di ira. Probabilmente gli interromperanno momentaneamente la connessione al primo sentore di scenata oppure lo obbligheranno a sottoporsi a sedute e sedute sull’autocontrollo. Il momento più temuto della loro giornata infatti è quello in cui il “capo” perde le staffe e si attacca al telefono: in preda alla rabbia può scrivere sui social davvero di tutto, condito anche di punti esclamativi e imprecazioni.
I capi griffati da Ivanka Trump nei negozi Nordstrom non si trovano quasi più ma sono disponibili online. Scommettiamo che questa “bravata” del padre farà impennare le vendite spingendo qualche altra catena di grandi magazzini, ovviamente concorrente, a rilevare il marchio facendo una fortuna? A proposito, il brand Ivanka Trump comprende abiti, capi spalla, borse, scarpe, cappotti, gioielli e tutta una serie di accessori “luxury”.
Photo credits: ivankatrump.com, Twitter
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