Questa settimana la rubrica Chicche di Stile si occupa di un feticcio dei sogni femminili (e non solo): si tratta della borsa Kelly, un’icona classy e un masterpiece fashion.
Questa volta la rubrica Chicche di Stile – che già si era focalizzata sul sogno e l’estasi della Birkin – torna ancora su Hermès ma questa volta si occupa di un’altra borsa: la Kelly. Surrogato luxury (e che surrogato!) di una sorta di “oggetto transizionale” winnicottiano, la Kelly deve la propria genesi e il proprio nome a una principessa: Grace Kelly. Qual è l’origine di questa borsa? Tutto parte nel lontantissimo 1880, quando la sededi Hermès si spostò in uno stabile di due piani del diciottesimo secolo e sorgeva nella Rue Faubourg Saint Honoré 24, una delle vie più risplendenti della Ville Lumière. Nel 1924 la sede acquistò l’aspetto extralusso che ora conosciamo. Hermès nasce come una selleria e si espande quando la potenza del Novecento, la sua modernità, la complessità e le conseguenze concrete della rivoluzione industriale fabbricarono i nuovi bisogni femminili: alla donna del ventesimo secolo occorreva una borsa per uscire, guidare, custodire tutta la propria neo-emancipazione. Ed Hermès diventa raffinato demiurgo di desideri sfavillanti.
Dalle prime sacche minimal e pratiche si passa a modelli più elaborati, con materiali di pregio e forme sempre più modaiole. Pochi sanno che la borsa Kelly non nacque ispirata all’attrice-principessa: fu creata nel 1936 come piccola portasella (poi convertita in accessorio femminile) ma fu nel 1956 che cambiò nome proprio per Grace, che la utilizzò per mascherare la propria dolce attesa: pelliccia, grandi occhiali scuri, guanti bianchi, marito al seguito, Grace Kelly era una regina di stile.
Fu lei a transformare una borsa in un must-have degli anni ’50 di Cenerentola, dell’ascesa di Dior e Chanel, del lusso e delle fiabe. La foto di Grace Kelly finì su Life e la principessa aveva una tale presa sul pubblico che anche la sua borsa divenne imprescindibile (almeno per chi se la poteva permettere), grazie anche alla costumista di “Caccia al Ladro” che la inserì nel film. A tutt’oggi la Kelly è una delle borse più sognate e rispettate: il tratto distintivo di questa borsa è la sua chiusura metallica che prevede l’uso di una chiave, oppure addirittura un lucchetto, che garantisce una chiusura sicura.
La forma della Kelly è inconfondibile, robusta e leggermente a trapezio con i manici in vista; i colori sono diversi ma la tonalità zero è sicuramente l’arancio, anche se la principessa ne aveva ordinate almeno 6 o 7 in pelle nera, rossa e marrone. Chiaramente forma, colore e genere hanno ispirato un sottogenere di Kelly(s) che occupano tanto le vetrine degli stilisti di lusso quanto quelle degli artigiani o dei contraffattori. La Kelly è in diversi materiali come cinghiale, lucertola, struzzo, vitello e coccodrillo. Volete sapere quanto costa? Una Kelly, come una Birkin, si aggira tra i 5.000 e 10.000 se è “base”, se invece è in coccodrillo o customizzata secondo esigenze particolari, il prezzo sale e può sfondare tetti inimmaginabili.
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