Eduardo Tasca: “Ve lo do io il look del Festival di Sanremo!” [ESCLUSIVA]

L’esperto di costume e trendsetter Eduardo Tasca esprime i suoi giudizi in fatto di look ed eleganza sui protagonisti del Festival di Sanremo. Gli outfit di Maria De Filippi targati Riccardo Tisci per Givenchy, gli abiti di Lodovica Comello, Fiorella Mannoia, Bianca Atzei, Francesco Gabbani, Paola Turci. Chi ha saputo brillare di luce propria sul palco dell’Ariston? Chi faceva meglio a lasciare lo stylist a casa? Chicche di stile da parte di uno degli esperti di moda più famosi d’Italia.

Diretto e tagliente, quando serve, il trendsetter Eduardo Tasca ha commentato con Velvet Style i look dei protagonisti di Sanremo spiegando il motivo di alcuni “fallimenti eccellenti”. Perché evidentemente non basta solo affidarsi griffe di fama internazionale per fare bella figura davanti a tutta l’Italia. O perlomeno a metà, come hanno mostrato i dati auditel.

“Prendiamo Maria De Filippi: hanno scritto in tanti che i suoi abiti erano brutti, addirittura orribili: io dico invece che non erano adatti a lei. La De Filippi è un personaggio che sembra difficile da vestire ma fondamentalmente non lo è perché ha un corpo molto tonico, è magra e proporzionata. Poi è chiara di capelli e di pelle. La definiscono “mascolina” ma in vari momenti lascia trasparire una certa dolcezza. La trovo di una femminilità particolare. Ecco, per le si sarebbe dovuto studiare un look “ad hoc”, che rispettasse la sua personalità”.

Come le avresti suggerito di vestire?

“Non doveva scegliere per forza uno stilista famoso ma magari un sarto artigianale della vecchia scuola che poteva realizzare tailleur pantaloni elegantissimi con cui fare tutte e cinque le serate, alternando magari il pantalone a qualche gonna. Sotto la giacca si poteva giocare con camicie, top, anche il nudo. Oppure ci si poteva sbizzarrire con i revers della giacca: doppiopetto, collo a scialle, collo a lancia. E i colori? Lei poteva osare di tutto: dal blu cobalto al blu cina, arrivando anche al fuchsia con revers arancio, elegantissimo, perché no”.

Secondo te poteva osare di più?

“Certo. Poteva farlo con gli accessori e con i dettagli luminosi. Un top ultrabrillante sotto la giacca, decori di paillettes, swarovski o strass. Penso le sarebbero state bene anche le tute-pantalone intere, magari con scollo all’americana e schiena scoperta perché lei ha una bellissima schiena tonica. Maria De Filippi è una donna elegante ma non fa la soubrette né la modella. E’ una presentatrice di razza e come tale l’avrei vestita”.

Da esperto di costume le avresti messo gli abiti di Tisci?

“Non glie li avrei proposti perché secondo me non rispettano la sua personalità ma vi invito ad andare a guardare i video di presentazione di quella collezione. Io c’ero a Parigi per l’alta moda, quegli abiti li ho visti tutti e vi assicuro che arano fantastici dal primo all’ultimo. Sulle modelle erano dei capolavori. Ma per vestire bene e fare bella figura non basta mettersi addosso capi firmati. Bisogna accordarli con il proprio essere, con il proprio modo di condurre, di porsi, di parlare. Perché sennò gli spettatori, come hanno fatto, dicono che si era messa il pigiama, la sottana, la canottiera, la rete. L’errore è stato proprio, per me, quello di vestirla per come non è lei. Forse anche lei non si sentiva a suo agio con quegli abiti. Chissà perché non ha chiesto a Riccardo Tisci di fare abiti ad hoc”.

Chi ti è piaciuto tra i protagonisti del Festival?

“Bianca Atzei. Alcuni hanno detto che era troppo “fiorata” ma io penso che fosse perfetta perché è giovane, bella e se lo può permettere. Inoltre, visto che è sarda, scegliendo uno stilista sardo, Antonio Marras, ha fatto un bellissimo omaggio alla sua terra e questo va sottolineato. A me è piaciuta molto”.

E poi?

“Paola Turci. La scelta di uno stilista che le confezionasse capi di taglio maschile è stata geniale. Lei se li sentiva bene addosso e ha dato il meglio di sé in fatto di femminilità ed eleganza. Era trendy. E poi mi è piaciuta la Mannoia. 110 e lode ad Antonio Grimaldi che l’ha vestita perché non è facile vestire una come lei: per il suo incarnato, per il suo colore di capelli, per il personaggio che è, anche per l’età, possiamo dirlo senza mancarle di rispetto. Invece il risultato è stato perfetto, Fiorella era bellissima e molto molto femminile. Credo che nella vita normale non abbia quel tipo di “femminilità classica” che invece ha dimostrato in palcoscenico. Grimaldi è riuscito a farla rimanere sé stessa regalandole al tempo stesso eleganza, classe e glamour. Vi ricordo che anche Greta Garbo era molto maschile come tipologia ma aveva una femminilità incredibile”.

Chi invece ti ha fatto “storcere il naso”?

Lodovica Comello. Una fonte certa mi ha detto che aveva preso una stylist e addirittura una camera in più per farci stare il suo guardaroba: una marea enorme, infinita, di abiti tra cui alcuni per le cinque serate, altri per le ospitate. Eppure quello con le mani sul seno e anche quello azzurro mi sono sembrate scelte infelici. Lei per me è una alla “vorrei ma non posso” perché vuole fare la cantante, l’attrice, la presentatrice, pure la trend-setter. Però non ha capito che non è mettendosi addosso capi firmati o azzardando outfit particolari che si attira l’attenzione delle faschion victims. Le è mancato uno stile personale e il risultato è stato pessimo”.

Poi?

“Non mi è piaciuta la Luzi, che ho trovato vestita male, orribile sciatta. Ha scelto di porsi in una maniera non consona alla sua personalità e al luogo in cui si trovava. Credo che anche lei avesse comunque una stylist. Vorrei sapere che senso aveva, la seconda serata, uscire sul palco con un vestito da sera, brutto, con sopra una giacca da uomo sulle spalle che poi a metà canzone ha buttato via per terra. Perché? Che senso ha? Lanciare una giacca sul pavimento senza motivo non è un gesto da donna elegante. Lei è bella, giovane e fresca: perché tutti questi errori nel porsi al pubblico?”

C’è qualcun’altra che ti ha deluso?

“Si. Chiara. Mi è sembrata una Biancaneve triste della favola, con abiti da brava ragazza ma tristissimi pieni di orribili orpelli. Eppure ci si era impegnata tanto per apparire al meglio. Infatti è dimagrita, aveva una pelle bellissima e anche i capelli così chiari le stavano molto bene. Peccato davvero per quei vestiti. Ma vogliamo parlare della sempre pazzesca Giorgia che però era pessima con l’abito di Scognamiglio? Era inadeguato e scomodo, si vedeva benissimo. Colpa di chi lo ha scelto per lei. Francesco Scognamiglio è bravissimo ma quel capo non rispecchiava assolutamente la sua personalità né la sua immagine. Lei non ci si trovava, invece di sentirsi sexy si è sentita buffa: infatti quando se lo è tirato su con le mani sul seno perché le cadeva lo ha fatto con una risata”.

E gli uomini?

“Perfetto Francesco Gabbani che ha studiato tutto in modo da fare una parabola di stile lunga cinque giorni. E’ partito in un modo, poi ha osato con maglioncino arancione e altri look, alla finale ha indossato un abito ironico, simpatico ma elegante e rispettoso del palco di Sanremo. Anche Masini a mio giudizio aveva un look molto interessante: ad alcuni non è piaciuta la barba ma a me in generale non è dispiaciuto affatto. Mi sono dispiaciuti invece i rapper che si sono esibiti con la Luzi: erano vestiti in modo orrendo”.

Photo credits: Press Office Eduardo Tasca