Il tappeto rosso è un’occasione per apparire al meglio della propria forma fisica, per lasciarsi fotografare da ogni angolazione e conquistare quante più copertine o articoli possibili. E’ un investimento per l’immagine e si può tramutare in contratti a tanti zeri. Se però la scelta dell’outfit è sbagliata, se ne pagano le conseguenze. Ecco chi sono state giudicate le “peggio vestite” degli Oscar 2017. Quelle che, se rimanevano a casa a guardare lo spettacolo in tv, non facevano un soldo di danno.
Come può accadere ancora? Come può un’attrice che ha a disposizione stylist, brand che forniscono abiti, gioielli, scarpe e borsette, truccatori e parrucchieri di comprovata esperienza “toppare” così clamorosamente sul red carpet? Quello degli Oscar, poi, mica uno qualsiasi. Perché se non ti impegni nello scegliere il tuo look al massimo passi inosservata ma lavorarci tanto per finire sulla lista nera delle “peggio vestite” è davvero il colmo.
Anche quest’anno alcune hanno fatto scelte azzardate e altamente opinabili, che tutta la “Fashion Police” americana, composta da giornalisti di moda, pettegoli e fashion influencer, si è affrettata a criticare il giorno dopo la consegna delle ambite statuette. Passate infatti le sbornie dei party alcolici post-cerimonia, gli occhi di tutti sono tornati “a fuoco” e hanno potuto vedere che terribili “mise” hanno sfilato su quel tappeto di vitale importanza le “novelline” e le “provette”.
La prima ad essere criticata è stata una solitamente stilosissima Scarlet Johannson: perché la bionda e sexy attrice ha scelto un capo di voile dalla fantasia floreale stile “donzelletta che vien dalla campagna”, dai volumi sbagliati per la sua silhouette e dalla cintura terribile in vita? Già l’abito di suo, per quel colore tra il rosa, il verdino e il grigio, non esaltava certo pelle e capelli. La cinta argentata molto “urban” cozzava proprio con il “romantic style” della gonna. Eppure Azzedine Alaia crea abiti di una bellezza incredibile: non poteva Scarlet scegliere un altro modello? E’ vero che ogni tanto bisogna cambiare genere d’abbigliamento per continuare a riscuotere il gradimento del pubblico, ma se i risultati sono questi è meglio continuare a vestirsi “alla vecchia maniera”.
Anche Dakota Johnson, in Gucci d’oro, non è piaciuta proprio a tutti. Innanzitutto per il modello: troppo accollato, troppo lungo, con le maniche alle falangi e quel pannello davanti che assomigliava ad un grambiulino di lusso. L’insieme ha ricordato ai più maligni una cenerentola di lusso, ai più fantasiosi una “Mary Poppins” tutta cromata, come la motocicletta cantata da Battisti. La ricchezza dell’abito poi contrastava con la tristezza dell’acconciatura. Ma la ragazza è giovane, ha tempo per ravvedersi del suo clamoroso errore.
Voleva assomigliare a “Belle” di “La bella e la bestia” Leslie Mann, quando si è presentata sul tappeto rosso con un abito giallo limone dai volumi importantissimi, senza spalline, guarnito di balze e rouches. Zac Posen lo stilista, non proprio “inesperto” in fatto di abiti da sogno. E allora perché il Daily Mail ha titolato “Sul tappeto rosso c’è una massa di mostarda”? Perché effettivamente era troppo. Troppo giallo, troppo ricco, troppo gonfio, troppo di tutto. Bocciata.
Anche Janelle Monàe sognava di ripetere l’exploit del 2002 di Halle Berry con un abito sempre di Elie Saab con corpetto trasparente, seno coperto da applicazioni di fiori e gonna ultrafemminile. Peccato però che l’effetto non sia stato per niente lo stesso. Troppo volume la sopraggonna nera con tutti strass, troppo decorato il tubino sotto, troppi orpelli sul collo e pure la cintura in vita! Lei stessa non si sentiva a suo agio in quel look “matriarcale”: nelle foto ha sempre lo sguardo smarrito di chi sa che non sta facendo quella che si dice un’ottima figura.
Per la serie “come abbattere un Zuhair Murad”, pollice verso anche per Ginnifer Goodwin. Il capo che avrebbe fatto brillare attrici come Nicole Kidman o Charlize Theron, ha “spento” la spaurita star di “Mona Lisa Smile”, forse poco avvezza a quelle lunghezze o a vestiti così scenografici. Pecccato: la sua stylist doveva probabilmente scegliere un modello più adatto alla sua personalità.
Terminiamo con tre “celebrities” su cui non c’è bisogno di spendere tante parole per spiegare il loro errore clamoroso di look. Basta guardarle. C’è semmai da chiedersi qualche oscuro malessere le abbia spinte a una scelta tanto azzardata, quale spirito maligno. Perché la prima, la sceneggiatrice Allison Schroeder pareva caduta nell’arcobaleno, o perlomeno in una parte di esso. La seconda, Cyntihia Erivo, sembrava avvolta nella tappezzeria di casa mentre la terza, Bianca Blanco, tra giallo e oro damascato, paillettes e rouches è apparsa tutto il contrario di come si dovrebbe vestire una vera diva sul red carpet. Per di più anche lei, stile Salemi, Mello e company, pareva aver dimenticato le mutande.
Ma la palma della “ciofeca fashion” l’ha vinta la musicista e compositrice Mica Levi presentandosi in tailleur pantalone marroncino largo tre volte la sua taglia, stivaletti ad anfibio marrone, senza trucco e capelli al vento. Guardandola così fuori luogo rispetto a quello che, volenti o nolenti, è ‘appuntamento più importante del cinema, a molti è venuto il pensiero: ma perché non te li guardi da casa questi benedetti Academy Awards se devi presentarti con un abito del genere?
Photo credits: New York Magazine, The Sun, Daily Mail