La casa Balenciaga finisce nei guai per dei casting piuttosto sospetti: accusata di “maltrattamenti” delle modelle, finisce per licenziare dei dipendenti…
Ha mantenuto la promessa. Sulle colonne di ‘Business of Fashion’, il direttore di casting James Scully aveva posto un ultimatum: se avesse continuato ad assistere a casi di bullismo, crudeltà e discriminazione nell’industria del modeling, avrebbe pubblicamente fatto i nomi dei colpevoli sui social media. Così è stato e sui social ha raccontato: “Fedele alla mia promessa a #bofvoices – scrive Scully nel suo post-denuncia – che sarei stato una voce per tutte le modelle, gli agenti o tutti coloro che vedono le cose andare per il verso sbagliato in quest settore, mi è dispiaciuto arrivare a Parigi e scoprire che i soliti noti continuano con i loro trucchetti. Mi ha turbato sapere da un certo numero di ragazze che al casting di Balenciaga, Maida e Ramy hanno lasciato più di 150 ragazze ad aspettare in una tromba delle scale dicendo loro che avrebbero dovuto restare chiuse lì oltre 3 ore. Come è loro consuetudine, hanno chiuso la porta e sono andati a pranzo spegnendo le luci, lasciando le ragazze sole. L’unica fonte di luce erano i loro telefonini“.
Il businessman ha aggiunto: “Non solo è un gesto sadico e crudele – rimarca ancora Scully – ma anche pericoloso: un paio di ragazze sono rimaste traumatizzate. Molte di loro ha chiesto di essere cancellate dalla sfilata di Balenciaga così come da Hermès ed Elie Saab, perché si rifiutano di essere trattate come animali. Balenciaga fa parte di Kering, è una società pubblica e queste maison devono sapere con quali persone hanno a che fare, prima di fargli causa. (…)”
“E’ inconcepibile che queste persone non abbiano alcun riguardo per la vita e i sentimenti di queste ragazze, soprattutto visto che molte di loro non hanno neanche compiuto 18 anni. Se un atteggiamento simile andrà avanti sarà una settimana lunga e fredda a Parigi. Questo è l’unico modo per dar sì che avvenga un cambiamento. Incoraggio tutti a condividere questo post”. La reazione della casa di moda è stata esemplare: licenziata la coppia di “maltrattatori”.
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