La campagna shock di Saint Laurent ha infiammato le polemiche: la donna è ritratta come magrissima, quasi scheletrica, e in un ruolo di sottomissione.
La campagna di Saint Laurent, che ha debuttato su Instagram il 10 febbraio, ha scioccato e fatto discutere. Le critiche sul web e sui social non sono tardate, contro un messaggio che è assolutamente controverso: umiliante, fuorviante, degradante sono solo alcuni degli aggettivi usati dai media o dai comuni utenti per commentare gli scatti. In realtà, le foto che hanno fatto scalpore sono due: nella prima la modella è ritratta a gambe spalancate, con pelliccia, calze a rete e decolleté dotate di rotelle; la seconda mostra una silhouette scheletrica curva a novanta gradi su uno sgabello e con addosso sempre le scarpe, di tonalità silver, con le rotelle.
I commenti hanno incendiato i social e, subito dopo, sono state formulate le denunce all’autorità ARPP, che controlla e sorveglia la pubblicità in Francia: Stephane Martin, a capo dell’organo, ha dichiarato: “La réclame rappresenta una grave violazione delle norme stabilite dall’industria della pubblicità per mantenere “la dignità e il rispetto della persona”. Il problema non solo solo le posizioni piuttosto sconcertanti e umilianti della figura femminile, ma anche l’eccessiva magrezza (forse ottenuta con Photoshop) della modella, che ha gambe davvero troppo sottili per essere realistiche, tanto da rappresentare un modello negativo a fronte delle campagne e delle lotte contro l’anoressia.
Tra l’altro, non è la prima volta che Saint Laurent incorre in polemiche a causa della fisicità delle proprie modelle: nel 2015 in Gran Bretagna erano state bloccate alcune immagini che ritraevano modelle con costole sporgenti. Al momento le polemiche hanno chiesto il ritiro e la sostituzione delle immagini (anche in nome di Yves Saint Laurent, che ha sempre promosso un’immagine valorizzante e sofisticata della donna), ma la casa di moda non si è ancora espressa a riguardo.
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