Giulia De Lellis ha risposto alle polemiche sui costumi Waikiki realizzati da lei e identici alla linea Cruise preesistente. Ecco cos’ha dichiarato la (ex?) fidanzata di Andrea Damante.
Giulia De Lellis non sta attraversando un gran momento: la storia con Andrea Damante sembrerebbe (ma è tutto da confermare) essere in crisi e la sua linea di costumi da bagno firmata Waikiki ha suscitato parecchie perplessità. Molti utenti, tra cui il profilo Instagram @le_perle, avevano notato che il “bikini” di Giulia in realtà era identico a un altro costume sempre Waikiki, della “collaudata” collezione Cruise. Unica differenza: il colore del laccetto dello slip. Ma allora, ci chiediamo, perché qualcuno dovrebbe spendere 70 euro per acquistare un costume che è stato “disegnato da Giulia” solo in teoria? Che sia l’ennesima manovra di marketing per consumatori allocchi?
Assolutamente no, Giulia ci tiene a precisarlo. La fashion influencer ha comunicato la sua laconica risposta tramite uno dei suoi mille video su Instagram Story: il primo punto della sua difesa è che sarebbe stata proprio lei, Giulia, a scegliere quel modello da “rielaborare” con un diverso laccetto come omaggio a qualcosa che le piaceva tantissimo. Secondo punto, quel modello è solo uno dei multipli che appartengono alla collezione Giulia e Andrea e sarebbero stati (il condizionale ormai è d’obbligo) disegnati dalla ex corteggiatrice. Giulia su Stories ha sbottato contro gli ipercritici, i polemici e gli hater che cercano sempre di gettarle fango addosso, eppure è davvero oggettivo che il “suo” costume fosse identico a quello della collezione Cruise.
In ogni caso, a prescindere dalla paternità effettiva del modello, sono in pochi quelli che si dichiarano disposti a spendere questa cifra per un costume che porta il nome di influencer che non hanno mai studiato fashion design. L’operazione commerciale di Waikiki, che aveva coinvolto altri protagonisti del people show come “stilisti e testimonial” (in primis, le sorelle Ludovica e Beatrice Valli) appare un’arma a doppio taglio: da una parte cattura l’attenzione sui prodotti beachwear, ma dall’altra attira anche l’antipatia dei detrattori, che si rifiutano di comprare a caro prezzo bikini disegnati da non professionisti. Voi cosa ne pensate?
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