Questa settimana l’appuntamento di Chicche di Stile si focalizza su una calzatura elegantissima, ma solo se portata nel modo giusto: i mocassini.
Scamosciati, in pelle, in tela, persino in pelliccia: i mocassini sono un evergreen intramontabile che tornano ciclicamente e gloriosamente a ogni primavera ed estate. Associati spesso a un abbigliamento classico e bon-ton, hanno preso una svolta piuttosto kitsch da quando Flavio Briatore li ha trasformati in babbucce e altri brand li hanno resi più sgargianti, di colori squillanti e con decorazioni appariscenti. Ma il mocassino per eccellenza è e rimane di cuoio, portato senza calze generalmente dagli uomini (ma li indossano anche le donne). La sua origine – forse non l’avreste mai detto – risale agli Indiani d’America: “mocassino” è la traduzione nella lingua dei Pellerossa del termine “calzatura”. Ma il mocassino come lo conosciamo, nella sua forma classica, risale al 1932 con la famiglia Spaulding.
Gli imprenditori s’ispirarono alle calzature usate dai mungitori di latte norvegesi, che a loro volta si basavano sulle antiche scarpe dei Lapponi. Qual è la differenza tra Lapponi e Indiani d’America? I primi ricavavano i loro mocassini da diversi pezzi di cuoio assemblati mentre i secondi da un pezzo di pelle. Il mocassino vive fasi alterne negli anni ’30 e ’40 per “esplodere” letteralmente negli anni ’50: in questo decennio negli USA la scarpa venne chiamata “penny loafer” e associata ai look preppy: l’etimologia indica l’abitudine che avevano gli studenti della preparatory school (da qui il nome preppy) di inserire un penny all’interno della fessura della scarpa come portafortuna. Proprio in questo periodo lo stile “Ivy League”, nato nei college americani, cominciò a diffondersi e a standardizzarsi nel resto del mondo: il mocassino divenne un simbolo universale di eleganza ricca e informale.
La calzatura non subì mai un momento di declino: possiamo parlare di un secondo boom negli anni ’80, quando i look pop e lo stile casual americano ebbero un momento di nostalgico revival. Le celebrity naturalmente si lanciarono su questa calzatura: da Kelly Osbourne a Kate Moss, da Kirsten Dunst a Katie Holmes, sono molte le star amanti del preppy. Michael Jackson lo indossava spessissimo, tanto che entrò a far parte del suo look abituale. Intanto gli stilisti fecero un lavoro parallelo per reinventare il mocassino: Gucci ebbe una responsabilità cruciale, inserendo nella calzatura una fibbia metallica che divenne una sorta di simbolo identificativo per la classe dirigente maschile. Fratelli Rossetti si occupò di “elevare” ulteriormente la qualità della scarpa e produssero i “mocassini da sera” oltre al mocassino yatch (lanciato nel 1968), foderato di spugna in modo che potesse essere indossato proprio senza calze.
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