VelvetMag ha contattato telefonicamente la signora Marisa Angelucci, proprietaria del marchio Amlé, il brand di gioielli che produce creazioni esclusive che parlano di storia, tradizione e amore per la terra campana.
Signora Angelucci, ci racconti di Amlé
Amlè e la storia di un’evoluzione, io nasco come antiquario e trattavo anche alcuni gioielli antichi. La mia prima creazione è stata realizzata con il corno, che all’epoca era un materiale innovativo. Sono stata la prima ad utilizzarlo e posso dire di aver lanciato io la moda. Cinque anni fa ho iniziato una ricerca sul territorio e la mia terra, la Campania, e in particolare Napoli è un vulcano di idee, storia, tradizioni e artigianalità. I primi gioielli che ho realizzato sono i tamburelli, interamente dipinti a mano. Utilizzo materiali quali pietre preziose, argento e la pelle di capra per rivestire i tamburelli. Appena la moda dei tamburelli ha preso piede, mi sono dovuta immediatamente tutelare registrando il marchio, ma le mie creazioni fortunatamente si distinguono per i dettagli dipinti a mano e per la cura dei particolari.
Cosa raccontano quindi i suoi gioielli?
Raccontano la ricerca, la tradizione, la storia, l’utilizzo di materiali inediti rivisitati in chiave moderna. Dalle ceramiche di Vietri a quelle di Marrakech ove abbiamo fatto anche un recente shooting, tutto viene abbinato per creare un contrasto con un’armonia unica; nulla è lasciato al caso. Faccio anche ricerca di qualcosa di antico per creare pezzi unici; utilizzo elementi presepiali fatti a mano ed ex voto in argento 800 ricavati da stampi antichi che appartengono alla manifattura artigianale di Napoli. Io sono originaria di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta, che era l’antica Capua Romana. Ho voluto quindi portare avanti la nostra tradizione attingendo dalla storia, dalla passione, dai modi di dire e di fare. Tutto questo immenso lavoro è supportato dal mio splendido staff.
Quanto l’ha aiutata il suo lavoro da antiquario in questa avventura con Amlé?
L’essere antiquario mi ha dato la capacità di saper cogliere e conoscere diversi stili, la storia e l’armonia dei colori, l’aver apprezzato l’arte decò, l’arte barocca e averle reinterpretate. Tutti i miei gioielli sono realizzati con pietre semi preziose e spesso non sono d’accordo quando li definiscono “solo” bijoux. Anche i gioielli ex voto ad esempio sono una moda che posso orgogliosamente affermare di aver lanciato io.
Quante soddisfazioni le sta dando questo lavoro?
E’ bello poter vedere i miei clienti con indosso i miei gioielli che sanno esattamente la storia che racchiudono le mie creazioni; per questo mi distinguo da tutte le altre imitazioni che nel tempo hanno cercato di copiare le mie idee, non riuscendo però a riprodurre l’artigianalità che io investo per ogni singolo pezzo. Vorrei poter fare sempre di più per far arrivare il messaggio della mia ricerca continua. Ho avuto tante soddisfazioni nel corso del tempo. Sono stata anche invitata a partecipare con le mie creazioni alla mostra “Gioielli di Moda” allestita a Palazzo Reale a Milano e il 24 giugno 2017 sarò a Milano Marittima per un evento.
Perché proprio il nome Amlé?
Amlè deriva dalle iniziali del mio nome, Marisa Angelucci, ma c’è anche l’iniziale della mia unica nipote Alice, di mia figlia Ermenegilda e di mio genero Luca. Amlé è anche un po’ l’eccentricità, racchiude anche il dubbio amletico, e la scelta di troncare la parola con un accento rappresentato da un corallo è un simbolo portafortuna. Spesso chi mi conosce mi chiama la Signora Amlé.
Progetti per il futuro?
Mi piacerebbe realizzare una seconda linea di gioielli chiamati magari Marisa Angelucci, ma per il momento sono contenta così. Distribuiamo in tutta Italia e le mie creazioni sono arrivate in Europa, ma soprattutto negli Stati Uniti; i miei rivenditori diventano esclusivisti di zona ed è bello sapere che la storia che racchiudono arrivi dappertutto.
Photo Credits: Amlé Official Website