Questa settimana la nostra rubrica Chicche di Stile si concentra sulle perle, sulla loro storia e la loro mitica allure, che le hanno rese un segno inconfondibile di classe ed eleganza.
Questa settimana la nostra rubrica Chicche di Stile si occupa delle perle, un gioiello prezioso e unico dalla storia antica. Che cos’è la perla? È, stando a una definizione di Wikipedia, una struttura sferica costituita da carbonato di calcio in forma cristallina (aragonite) deposto in strati concentrici, prodotta dai tessuti viventi – in particolare dal mantello – dei molluschi (tipicamente le ostriche). Il termine “perla” deriva dal latino “pernula”, il nome con cui si indicava la conchiglia che la contiene, anche se precedentemente le perle dai Romani erano denominate in modo diverso. Ci sono diversi tipi di perle: d’acqua dolce e salata; le prime vengono coltivate nei laghi e nei fiumi, mentre le altre provengono dall’oceano e molto spesso dalle lagune.
Anticamente le perle erano considerate magiche: un gioiello custodito dallo scrigno di una conchiglia è doppiamente importante. Delle perle si ha traccia dai tempi più antichi: erano conosciute dall’antica civiltà egizia e anche, successivamente, dai greci e in età ellenistica. Una collana di perle risalente all’antica società dei persiani è stata ritrovata in una necropoli a Pasargade, con le perle praticamente intatte dopo millenni. Dall’età ellenistica ai Romani le perle entrarono a far parte delle conquiste in territori esotici, che riportavano bottini preziosi. In età romana dopo arrivarono dopo il III secolo a.C., quando gli antichi le ribattezzarono “margarita”, dal termine greco “margariths”. Il Cristianesimo vedeva le perle in modo ambivalente: se da una parte erano una tentazione da cui stare lontani, dall’altra nel Vangelo c’è un passo che parla di un mercante di perle che, per comprarne una, vende tutti i suoi averi. Successivamente, nel Medioevo, vennero utilizzate anche per i loro poteri terapeutici e farmacologici. Fu con il Rinascimento che le perle stabilirono uno status che sarebbe durato nel tempo: segno di lusso, di ricchezza, di eternità. Le perle dall’uso religioso e ornamentale per i pontefici passò a diventare un gioiello per le nobildonne, di cui troviamo tracce negli antichi ritratti.
Un climax ascendente sul fascino delle perle esplose letteralmente alla corte del Re Sole, prima della Rivoluzione Francese. Successivamente l’uso delle perle dipese dalle preferenze delle casate: se c’era chi, come i Savoia, preferiva i diamanti, non mancava neanche chi, come Elisabetta I o la Regina Vittoria, le privilegiava. Nel XX secolo invece avvenne una rivoluzione: il gioielliere giapponese Kokichi Mikimoto comprese che le ostriche perlifere, inseminate artificialmente, potevano produrre un numero praticamente illimitato di perle perfettamente sferiche. Proliferarono le imitazioni e le perle replicabili divennero alla portata di tutti. Ma la distinzione tra perle vere e lussuose e perle riprodotte rimane.
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