Il 23 febbraio, in una Milano semi-innevata, si sono svolte le nuove sfilate della settimana della moda 2018. Ecco un recap delle passerelle di Tod’s, Blumarine, Roberto Cavalli e Versace.
La Milano Fashion Week procede a ritmi spediti e, dopo le creazioni di Versace, Moschino, Alberta Ferretti, Max Mara, Pucci, Fendi, Luisa Beccaria e Prada, il 23 febbraio è stata la volta di un’altra schiera di brand luxury, che hanno calcato le passerelle del capoluogo lombardo. Ad aprire le sfilate del venerdì è stato Tod’s.
Tod’s ha portato i cuccioli in passerella, con grande divertimento ed estasi per i presenti. Minuscoli cagnolini hanno sfilato in braccio alle modelle vestite di outfit del brand toscano. Dai Bulldog francesi agli Akita-inu, dai Chihuahua ai Cavalier King Charles Spaniel, splendidi cuccioli hanno catalizzato l’attenzione senza far passare inosservati i capi della prossima collezione Autunno Inverno 2018-2019. Tod’s ha puntato su colori classici e sobri, come lo champagne, il nero, il fango, il marrone teddy bear o l’amaranto, con punte porpora o arancio. Lo stile è sporty-chic, con jumpsuit, felpe e maglioni oversize, tessuti lucidi, cappotti in vernice, materiali skiwear.
Poi è stata la volta del romanticismo senza tempo di Blumarine, che ha messo in scena la “natural beauty”, la bellezza non artefatta e sublimata da colori tenui e forme aggraziate. Volant, ruche, trasparenze, piume, risvolti e colli di pelliccia hanno accompagnato la classica impronta della maison, che ha optato per i rosa confetto, le stampe fiorate e multicolor, i rivoli di pizzo, gli stivali al ginocchio in pelle o in vernice, i cappotti mini o extra-long.
Roberto Cavalli ha giocato sulla potenza dei colori, dei tessuti cari alla maison e sui rimandi autoreferenziali: sfumature che abbracciano dal bianco al cioccolato, viola intensi, bluette, ghiaccio, bianco latte, rosso cupo, outfit dalle forme asimmetriche e morbide, outfit con oblò profondi, i ricami e ovviamente l’immancabile animalier, lo zebrato, il coccodrillato e il maculato che caratterizzano il marchio di fabbrica dello stilista fiorentino, portato avanti dal direttore creativo, lo svedese Paul Surridge.
Versace ha celebrato sé stesso e il tartan declinato in colori vivaci o fluo come il giallo o il blu acceso. Sciarpe con logo, inserti di pelle, pois o quadretti si sono coniugati con una serie di autocitazioni, stampe revival (dagli echi punk a quelli preppy) distribuite su capi e accessori. A fine sfilata Donatella stessa indossava pantaloni blu tartan. Non c’è stato lo spettacolare finale di settembre, con le top anni ’90, ma ha fatto il proprio ingresso la modella anni ’00 Raquel Zimmermann.
Photo Credits Twitter
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