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Hub Dot a Roma, le donne fanno networking sul viaggio della vita

Ritorna a Roma Hub Dot con un nuovo incontro sul tema del viaggio. Il Networking di 10.000 donne in Italia e 40.000 in tutto il mondo, fa tappa mercoledì  30 marzo nella location di Lola nel quartiere Flaminio di Roma. Sul palco si alterneranno le storyteller e giù  da esso la platea di donne pronte a conoscersi per scambiarsi idee, progetti e realizzare il sogno di una propria attivita’ con l’aiuto di qualche altra donna che conoscera quella sera.

 

 L’idea di HubDot è nata 5 anni fa a Londra da un’idea di Simona Barbieri che ha sentito la necessità di un modo diverso e profondo per instaurare relazioni tra le persone, in particolare al femminile: in questo senso Hub Dot rappresenta un nuovo modo di creare connessioni, facendo leva sulle inclinazioni personali, sulle attitudini, sullo stato d’animo delle persone e non sulle qualifiche, o etichette o appartenenze di vario genere. Per quello ci sono già i network professionali o di categoria, Hub Dot è un modo completamente diverso di fare networking e l’idea è quella di aiutare in particolare le donne, con esperienze professionali e culturali diverse, a connettersi di persona e condividere le loro esperienze e le consapevolezze che hanno permesso loro di acquisire. Questa possibilità di condivisione è aiutata dalle storie delle nostre storytellers, donne di tutte le estrazioni, età, provenienze, che in poco più di un minuto raccontando la loro esperienza riescono a trasferirne l’energia, ispirando le nostre partecipanti agli eventi che facciamo, con la stessa formula, in tutto il mondo.

Alessandra Tripi, responsabile Italia Hub Dot ci racconta che :-“Ai nostri eventi suggeriamo di iniziare una conversazione con una semplica domanda: “Qual è la tua storia?” invece di “Cosa fai” o “Chi sei?” o “Quale è il tuo ruolo in azienda”.

Questo perche’ tutte le donne che arrivano sono sullo stesso piano, non ci sono etichette ma stati d’animo, ecco perche’ all’arrivo a ogni avento bisogna scegliete un Dot, ossia un bollino colorato. I colori riescono ad abbattere le barriere. Hub Dot non ha etichette, i Dot colorati rappresentano a 360 ° gli stati d’animo personali:

Rosso – Ho un’identità, professionale, lavorativa

Giallo – E’ il Dot della progettualità: ho un’idea, mi aiuti a realizzarla?

Verde – Cerco una nuova ispirazione. Questo è forse il Dot più richiesto ai nostri eventi in tutto il mondo

Blu – Sono qui per socializzare, conoscere nuove persone

Viola – E’ il Dot della ….passione, che sia per la beneficenza, l’arte, il lavoro Qualcosa in cui crediamo profondamente e che ci anima dal profondo

Grazie ai Dot che scelgono di indossare ai nostri eventi, le donne si sentono libere di esplorare e cominciare una conversazione dicendo ”Qual è la tua storia?” invece di “Cosa fai?”

I Dot ti aiutano a rompere il ghiaccio, senza titoli o etichette, e a condividere le tue idee, progettualità , passioni e sogni.

La Missione di Hub Dot è contaminare il mondo con il linguaggio apparentemente semplice dei Dots colorati.  E in parte il team di Hub Dot ci è riuscito, infatti Hub Dot è una community reale e globale che conta 32.000 persone nel mondo. 32.000 persone che hanno partecipato ai nostri eventi, hanno condiviso l’energia provata con altre persone trasferendo loro l’interesse per Hub Dot, spesso con un passaparola hanno contribuito ad allargare la nostra community.

I Progetti futuri di Hub Dot raccontati da Alessandra Tripi :Il successo di Hub Dot in 5 anni è la testimonianza del fatto che questo nostro modo di fare connessioni fa la differenza in termini di barriere sociali e mentali. Il progetto di Hub Dot resta quello di sviluppare sempre meglio questo modo di fare networking, facendo crescere la nostra community e portando la nostra esperienza in tutti i settori, quello aziendale, sociale, quello scolastico. Le Aziende e “brands” hanno scoperto il linguaggio dei Dot e ci chiedono di adottarlo per organizzare e facilitare l’engagement tra i loro dipendenti. Abbiamo realizzato eventi con Bank of America, Ernst&Young, Goldman Sachs, BNP Paribas, Credit Swisse e Financial Times. Siamo partiti da contenuti significativi in eventi al femminile, e nel tempo abbiamo potuto constatare come le connessioni di valore facilitate dai Dot lavorino in maniera trasversale a tutte le latitudini e per tutti i generi. Immaginate di calare l’esperienza dell’alchimia in un contesto lavorativo: costruire relazioni professionali in modo diverso, puntando a generare empatia, engagement, trust, tutti elementi oggi più che mai preziosi e difficili da costruire in breve in un mondo sempre più virtuale e veloce.

Hub Dot è entrato nell’ambito delle scuole e università con lo scopo di aiutare a colmare il divario generazionale fra studenti genitori e insegnanti. Un’ esperienza che crea uno spirito di convivenza più ricco e di lungo termine e che volgiamo sviluppare. In questi anni moltissimi gli eventi organizzati in più di 18 città – Londra, Roma, Napoli, Milano, Torino, Lussemburgo, Parigi, Madrid, Barcellona, Houston, Portland, Edimburgo, Washington DC, Houston, Riga, Berlino, Atene, Antigua, Dubai. E molte altre sono le città in attesa di fare un evento Hub Dot. Quindi i Dot sono importanti per creare quella che abbiamo chiamato la Dot Alchemy. Dietro le quinte di ogni nostro evento c’è una un team dedicato di alchimiste che lavora proprio per facilitare connessioni di valore. La “Dot Alchemy” è ispirazione ma anche un momento di networking strutturato che richiede una particolare attenzione e sensibilità.

Alcune connessioni di successo ad esempio:

– a Londra la proprietaria di un catering gluten-free ha trovato una investitrice per ampliare il suo progetto su larga scala

– a Roma una nutrizionista ha trovato un centro olistico dove esercitare la propria professione

– a Milano 4 donne si sono incontrate ed hanno deciso di aprire insieme uno spazio di co-working 

– a Parigi una partecipante ha incontrato partner con il quale ha realizzato uno strumento diagnostico mobile che ha iniziato ad usare nella sua clinica in Africa.

In  5 anni i vari team hanno raccolto un patrimonio di oltre 1600 storie, prevalentemente di donne che si sono connesse agli eventi e si sono raccontate. La partecipazione alla community è libera, basta iscriversi al sito di Hub Dot scegliere il proprio Dot colorato e condividere la propria storia. Agli eventi, invece, è necessario iscriversi attraverso Eventbrite, pagando una piccola quota per il biglietto di ingresso. Hub Dot conta oggi su una community di oltre 35.000 persone ed è presente in 18 città. In Italia abbiamo oltre 10.000 iscritte.

Photo Credits Hub Dot

Sofia Petti

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Sofia Petti

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