VelvetMag ha contattato in esclusiva per i suoi lettori Alessandro Marinella, nipote di Eugenio, lo storico fondatore del marchio Marinella, sinonimo di una storia lunga un secolo fatta di moda, eleganza e made in Italy. Qual è il segreto di un brand che nasce in un piccolo negozio a Napoli e diventa icona di stile nel mondo? Ecco tutto quello che ci ha raccontato il giovane Alessandro…
Alessandro, ci faccia qualche cenno storico della vostra nota boutique
L’azienda nasce nel 1914 a Napoli, in Piazza Vittoria, con il mio bisnonno. Successivamente è passata a mio nonno Luigi, poi a mio padre e infine ci sono io, della quarta generazione. Nel 1914 nascemmo come piccolo angolo di Inghilterra a Napoli, perché eravamo i primi a importare articoli prettamente maschili dall’Inghilterra. All’epoca la moda maschile elegante per eccellenza era considerata proprio quella inglese. Matilde Serao (in un articolo su “Il Mattino” del 29 giugno 1914 ndr.) ci definì come una piccola farmacia di paese ove si riunivano tutti i signorotti napoletani grazie alla posizione di fronte alla villa comunale, per incrociare gli sguardi delle donne che andavano a cavallo. Siamo stati un punto di ritrovo nella Napoli bene e con il passare del tempo siamo cresciuti sempre di più. Durante la seconda guerra mondiale quando vennero bloccate le esportazioni dai paesi esteri il mio bisnonno pur di rimanere fedele alla sua idea di offrire ai suoi clienti prodotti inglesi, rimase con il negozio vuoto. Solo molto tempo dopo, con l’evolversi dei tempi, si è iniziato a vendere anche alcuni articoli italiani e da quel momento siamo diventati il perfetto connubio tra l’italianità e il gusto britannico.
La cravatta è uno dei vostri cult, come è nata questa icona?
Come raccontano le due targhe in ottone, ancora oggi fuori al negozio, nasciamo come Shirtmaker e Outfitter. Siamo nati con camicie e altri articoli accessori, solo successivamente, il mio bisnonno, sempre molto attento ai cambiamenti, introdusse la produzione delle cravatte che nel tempo, ci ha resi famosi in tutto il mondo, grazie alla produzione sartoriale completamente artigianale. Tutte le nostre cravatte, la maggior parte in seta, sono il nostro punto forte. Le nostre sete sono realizzate in Inghilterra, stampate a mano secondo metodi tradizionali (procedimento molto più laborioso e faticoso). Arrivano, poi, in Italia e sono lavorate nel laboratorio che si trova a pochi metri dal nostro negozio storico. Massima artigianalità e massima napoletanità!
Che cosa secondo te nel tempo è stato il filo conduttore che ha legato tante generazioni che scelgono Marinella?
La moda maschile in linea di massima rispetto a quella femminile è più limitata ed è cambiata molto poco nel corso degli anni. L’uomo ha sempre indossato giacca e cravatta e questo è già un punto a favore se parliamo di filo conduttore per un accessorio come la cravatta. Altro elemento importante è che in tutta la moda in generale c’è sempre un ciclo continuo, un ritorno al passato. Ogni generazione vive e indossa sia stili del passato che stili nuovi e inediti. Il nostro stile è rimasto sempre abbastanza lineare (a eccezione forse della larghezza della cravatta) sia per i disegni che per le fantasie, che vengono scelti da noi della famiglia Marinella. La filiera produttiva è sempre la stessa da 100 anni.
Quanto è stato difficile per te sentire il “peso” di questa tradizione così importante?
La mia fortuna è stata quella di essere figlio unico e di aver visto mio padre da sempre come un’instancabile macchina da lavoro, che ha fatto tutto per la sua azienda. Io un po’ per osmosi ho captato sin da piccolo informazioni, modo di fare e la concezione soggettiva e oggettiva del bello. Finiti gli studi sono entrato nel vivo e nel cuore dell’azienda, nella parte organizzativa e produttiva.
Se dovessi descrivere oggi l’azienda alla quale stai contribuendo anche tu alla crescita, come descriveresti Marinella?
Da quando l’azienda è nata fino a 20 anni fa ci sono stati davvero pochi cambiamenti. E’ sempre rimasta la stessa, un piccolo negozio di 20 metri quadrati. Adesso l’azienda ha anche un nome riconosciuto. Il cliente ha bisogno di identificarsi e quindi anche lo stile, le fantasie, lo studio dell’estetica Marinella deve trasmettere al cliente la nostra ricerca, in un’ottica anche più internazionale rispetto al passato, ma sempre rispettando le tradizioni. Crediamo molto nel contatto con il cliente che è la cosa più importante. Ci teniamo alla nostra tradizione e per nostra scelta non abbiamo avuto fino ad ora un e-commerce, ma ora inizieremo, ma non per l’Italia.
Questo è singolare, come mai?
In passato era importante per noi essere territoriali, però oggi non è possibile. In Italia dove abbiamo punti vendita a Milano Roma e Napoli, il cliente che vuole la cravatta Marinella può raggiungerci. Ovviamente, per il cliente toccare con mano, vedere le fantasie ha tutto un altro effetto che, tramite un computer, non si può avere. Disponiamo di un servizio che assiste anche i clienti per ordini telefonici, cosa che ci consente di mantenere un rapporto umano che travalica il classico rapporto venditore-cliente. Noi lo chiamiamo “phone commerce”. In molti casi i clienti ci hanno richiamato dopo l’acquisto per raccontarci come è andato magari un matrimonio o un evento per il quale li avevamo supportati nella scelta.
Qualche aneddoto divertente del passato?
Abbiamo avuto anche clienti importanti, dalla famiglia Kennedy in poi tutti i presidenti americani. Un aneddoto divertente è che Trump propose a mio nonno di aprire un negozio alla Trump Tower però, all’epoca, dove le notizie internazionali circolavano più soffusamente, la lettera di questo “sconosciuto”, tale Donald Trump appunto, che voleva aprire un negozio Marinella alla Trump Tower appariva strana e non vi si dette peso, anche considerando che eravamo una piccola realtà e gestire l’America, allora ancora lontana, appariva complicato. Così mio nonno rifiutò. Il resto poi è storia! Tanti presidenti francesi e tedeschi sono passati da noi, così come la famiglia reale inglese. Lo scorso anno con mio padre siamo stati invitati ad un Tea Party a Buckingham Palace dalla Regina Elisabetta, un evento molto bello. (fotografare Buckingham Palace dall’interno dei cancelli è stata una bellissima esperienza!)
Alessandro tu hai 23 anni, qual è la routine di un ragazzo così giovane che porta avanti un’azienda e un nome?
Voglio fare una premessa per far capire quanto noi teniamo e crediamo all’importanza del contatto con il pubblico. Solitamente in molte aziende si inizia a lavorare alla vendita per poi arrivare agli aspetti interni manageriali. Marinella è l’esatto opposto. Si parte dagli uffici e dall’area gestionale per poi arrivare alla pura vendita. Mio padre ogni giorno dalle 6 di mattina apre il negozio e chiude alle 20.00. Io ho degli orari diversi perché lavoro negli uffici però se dovessi descrivere la mia giornata tipo, sicuramente cerco anche di dedicare tempo a me stesso con lo sport e soprattutto di non uscire la sera nei giorni infrasettimanali, per essere sempre riposato e concentrato sul mio lavoro. Poi durante il weekend cerco di fare di più una vita “adatta alla mia età”. Il mio lavoro è ciò che ho sempre sognato di fare da bambino, non risulta neanche come un sacrificio.