Sanremo: il “glam” e “l’orrido” secondo Eduardo Tasca

Il giornalista e influencer Eduardo Tasca ha commentato per Velvet Style i look dei protagonisti del Festival di Sanremo: c’è chi ha osato, e ha fatto bene, e chi invece ha fatto malissimo. Gli uomini meglio delle donne. Alle divine sul palco, un consiglio: basta con questi capelli finto-spettinati: servono solo a coprire le mancanze di hair stylist che non sanno fare pettinature decenti.

“Ma perché una donna dello spettacolo, quindi famosa, quando va a Sanremo sceglie una pettinatura finto-spettinata?”. E’ perplesso l’esperto di moda e costume Eduardo Tasca, un professionista dell’immagine secondo cui, quando si sceglie un outfit, si deve sempre pensare a dove lo sfoggerai. “Sul paco dell’Ariston, o anche in platea nelle prime file, non fa differenza, si deve andare eleganti, consoni al tono della kermesse canora più importante d’Italia. Ci vedono nel mondo, che immagine diamo, noi che siamo famosi per il nostro buon gusto?”

“E poi questo finto-spettinato è molto comodo. Serve a nascondere l’incapacità di alcuni hair stylist di fare pettinature eleganti che non siano pompose, datate o ridicole. Ma avete mai guardato una passerella degli Oscar? Le star hanno quasi sempre i capelli raccolti. Ma a regola d’arte. Possibile che non possiamo tornare a teste in linea con gli abiti che ci sono sotto? Ovvero firmatissimi e di alta sartoria come Armani Privè?”

Per Eduardo Tasca i cantanti sono stati più bravi dei conduttori a curare il proprio look: anche se non tutti hanno saputo distinguersi per classe, lusso ed eleganza.

“Una che mi è piaciuta molto, anche se ho letto critiche di chi diceva che sembrava “impacchettata”, è Arisa. Ha indossato gli abiti di Albagia, questo nuovo marchio di Milano molto attuale: ho apprezzato sia il “total White” che il “total black”. Lei funziona con la moda, cerca sempre le novità e raramente è vestita male. HO trovato molto giusta anche Fiorella Mannoia in “total black” Dolce&Gabbana. Vestirla non è facile perché pur essendo molto bella ha una femminilità mascolina che non può essere esaltata da abiti da gran sera con la coda. Quindi ha fatto benissimo a scegliere giacca e pantaloni. Bella anche la Turci anche se un po’ ripetitiva con questi suoi abiti firmati DsQuared. Non ha dato spunti di novità rispetto agli altri anni”.

Quasi tutte lodi, da Edoardo Tasca, per la divina Patty Pravo. Quasi. “La Pravo ha deciso quest’anno di indossare gli abiti di uno stilista anonimo. In realtà sono stati disegnati dal suo assistente, perché Simone Folco è un designer, stylist ma anche un suo collaboratore. Probabilmente lei ha deciso di fargli un bel regalo sfoggiandoli durante la serata musicale più importante dell’anno per far vedere cosa lui è capace di fare. Personalmente trovo che siano cose orrende, non certamente in linea con gli outfit proposti dalla cantante nelle edizioni precedenti. Bellissimo invece il make up di Pablo Ardizzone così come il gioco di capelli in stile rasta. Da Patty Pravo ci si aspetta proprio questo, che stupisca e che rompa gli schemi. Anche se non c’era bisogno di toppare in modo così furibondo con una serie di capi stonati”.

Pure la sempre bella Anna Tatangelo quest’anno ha azzeccato il make up. “Finalmente si è resa conto che può osare qualcosa che la renda più simile a una ragazza della sua età. Un trucco non aggressivo, più dolce, che la faccia sembrare con dieci anni di meno. Anche la pettinatura era discreta. Belli gli abiti ma le darei un 6 perché poteva osare di più restando comunque molto elegante. Sono abiti di Saint Laurent ma, a mio giudizio, la scelta è caduta su capi che non rispecchiano l’essenza di Yves Saint Laurent”.

La migliore? “Forse Giorgia, con un abito di Christian Dior eccellente. I Boomdabash, con il look firmato Dolce&Gabbana. Loro hanno il phisique du role per il marchio e hanno fatto benissimo a presentarsi con quel tipo di vestiti. E poi la regina di questo Sanremo, Loredana Bertè. Hanno detto che ha usato abiti già messi in altre occasioni, già visti, addirittura si è parlato di “outfit riciclato”. Non è vero. Ha sfoggiato creazioni di Gianluca Saitto appositamente disegnati per Sanremo che, vista la ritrovata forma fisica di Loredana, le stavano benissimo. Il designer ha saputo assecondare l’immagine della Bertè esaltandola e non facendola sembrare “mascherata per l’occasione”. Non è da tutti, è stato bravissimo a studiarla così bene e brava anche lei a fidarsi. Loredana Bertè è la nostra icona rock e, anche se vuole un po’ imitare Tina Turner, non le si può dire niente. Nemmeno se porta una pochette sul palco”.

Inutile nascondersi: Eduardo Tasca ha un debole per Loredana Bertè. “E non dovrei?”, termina lui facendo l’occhietto. “E’ stata talmente brava sul palco, ha talmente puntato tutto sulla musica e sulla sua voce che tanto, qualsiasi cosa si fosse messa addosso, sarebbe passata in secondo piano”. Loredana forever.

Photo credits: Facebook

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