Ha un amore spassionato per l’eleganza, la classe, il bello. E non ha peli sulla lingua. Stylist di fama ed esperto di moda, Eduardo Tasca non le manda certo a dire quando si tratta di analizzare nel dettaglio gli outfit con cui le celebrità si presentano davanti al loro pubblico. Poteva quindi esimersi dal passare sotto la lente del suo personalissimo microscopio gli abiti sfoggiati dai cantati e ospiti del Festival di Sanremo? Risposta scontata: no.
E infatti a Velvet Style ha stilato una personalissima classifica dei “meglio” e dei “peggio” vestiti che hanno “gravitato” nell’orbita del palco del teatro Ariston nella città dei fiori. Ce n’è’ per tutti: Eduardo Tasca è democratico, ha parole, belle o meno che siano, per ogni protagonista delle cinque serate.
A cominciare da Fiorello. Com’è stata la sua performance glam? “Da cento e lode”, risponde Eduardo Tasca. “Perchè ha scelto uno stilista, Armani, che ha saputo vestire il suo fisico cambiato. Fiorello, e non me ne voglia, non è più il trentenne del Karaoke, quello che in bermuda faceva impazzire le folle di vacanzieri nei villaggi turistici. E Armani ha saputo accompagnare questo suo cambiamento. Con eleganza e un pizzico di malizia. Basta guardare i suo pantaloni: un po’ larghi di gamba ma con il posteriore bene in vista”.
Amadeus. “Perfetto il suo look per la conduzione di Sanremo. Però su di lui si sono visti un po’ troppi Swarovski. Quest’anno avrei osato un cambio di stilista. Dopo tanto Mattiolo, avrei osato l’impronta di un altro designer. Gli avrebbe dato un’aspetto più nuovo”.
Matilde de Angelis? “Bravissima, una sorpresa, la classica ragazza “de noantri”; simpatica e bella. Avrei evitato l’abito a palloncino di Prada perché era troppo “radical chic” per una bellezza come lei. La spilla su quell’abito era perfetta, ma il vestito no. Lo so che è Sanremo, e che Prada è comunque una grande griffe, ma lei è una venticinquenne che ne dimostra venti e forse avrebbe avuto bisogno di abiti più “leggeri”, “solari”. Questo minimalismo sembrava più un “vorrei ma non posso, o non voglio”.
Eduardo Tasca: quest’anno troppo “rosso” al Festival di Sanremo
Arisa? “Bello lo smoking rosso, anche se in questo festival si è visto troppo rosso. Il rosso è un colore invernale, invece tra quindici giorni è primavera. Il taglio di Maision Margiela è inconfondibilmente di classe. Il “too much” erano le unghie lunghe laccata da drag queen, che sono stupende sulle drag, stonate su Arisa. Bellissima invece la sua parrucca, che il suo hair stylist ha acconciato alla perfezione. Eccezionali, ça va sans dire, i gioielli di Cartier”.
Eduardo Tasca non risparmia nemmeno Fedez e Francesca Michielin. “Fedez ha scelto un grande come Versace, ma quegli outfit non erano adatti a lui, che comunque è un ragazzo. Tropo seriosi, più adatti alla moglie Chiara Ferragni . Fedez è sempre un rapper, un ragazzo tatuato dal collo in giù. Fedez poi ha sempre giocato con la parte più funny della moda. Perché cambiare? La Michielin invece mi è piaciuta. La scelta di Miu Miu è stata azzeccatissima. Le stava tutto molto bene. Luminosa, trasparente. Make up e hairdress perfetti”.
Bellissima Noemi, con quei look ha vinto. “Per lei perfetti Dolce &Gabbana, che hanno messo in risalto la sua ritrovata linea. Bravi anche con il vintage. Ma la vera novità non è stato vedere Noemi così elegante, ma così pettinata. Finalmente i suoi capelli hanno preso “la giusta piega”. Merito di D&G che l’hanno convinta a pettinarsi?”
Il “viperino” Eduardo Tasca ha avuto belle parole anche per Madame, soprattutto quando ha indossato l’abito composto da specchietti firmato Mariagrazia Chiuri per Dior. Un pezzo stupendo che ricordava le sfere da discoteca degli anni settanta. Ha lodato anche Colapesce Dimartino. “Molti hanno criticato il loro look ma in questo momento così grigio viva i colori e viva questa canzone che porta un po’ di allegria. Un brano che fa tornare a un periodo gioioso come gli anni ottanta. Mi hanno fatto sognare”.
Gli accessori dei giovani cantanti? “Anelli, collane, pearcing: too much”
Edoardo Tasca si inchina poi a due grandi donne, che, ognuna nel suo campo, hanno saputo guadagnarsi l’affetto del grande pubblico. La prima è Orietta Berti. “Quando una canta come lei, quello che indossa passa in secondo piano. Che voce, che temperamento, che talento. Anche i suoi abiti però hanno lasciato il segno. Perché Orietta è stata talmente lungimirante da scegliere come stylist lo stesso di Achille Lauro, ovvero Nick Cerioni. Orietta con le conchiglie sul seno? Incredibile. con i pantaloni di paillettes rossi? Di Più. Tutta rosa con la cappa di paillettes blu? Solo lei, inarrivabile Orietta. Si è rimessa in gioco anche con il look, scegliendo un brand che veste esclusivamente i giovani, GCDS, e ha vinto lo stesso”.
La seconda è una new entry per Sanermo, Barbara Palombelli. “Ma quanto era bella? Un trucco perfetto, un abito, il tailleur bianco, non inedito perché lo hanno indossato Alba Parietti, Mara Venier. Ma davvero ben portato, con stile naturale. La Palombelli mi piace più con i capelli sciolti che quando li ha raccolti durante la serata, ma comunque è stata una vera scoperta di glamour. Brava in tutto, emozionata di un’emozione vera”.
Pollice verso, quello di Eduardo Tasca, per più di un cantante. A cominciare dai Maneskin. “Non mi son piaciuti, a mio parere hanno distrutto l’immagine di Etro. Troppe paillettes, troppo lurex, troppi gioielli, troppi orecchini. Assolutamente out. Ho notato che tutti i giovanissimi in questo Sanremo si sono caricati di gioielli come le statue da portare in processione. Anelli a gogo, pearcing, bracciali, collanine, orecchini. Too, too much”.
Anche Achille Lauro non ha incontrato il suo favore. “Bravissimo nella sua performance, osannato da tutti con questo look Gucci, make up firmato da Gucci Beauty. Ma niente di innovativo, tutto già fatto parecchi lustri prima da Renato Zero, David Bowie. Pure da Lady Gaga. Per lui il risultato è ottimo ma non per la moda. Look “passato”, già visto”.
Per Loredana Bertè tanta ammirazione e un solo, piccolissimo appunto di Eduardo Tasca. “Arriva lei e si rompono tutte le barriere del glamour. Basta guardarla, con le sue farfalle in testa, che subito inizi a sognare. Lei è la musica, il resto scompare. L’unica pecca è che ormai a settant’anni, anche se se lo può ancora permettere, allungherei di un pelo le gonne”.