Interviste

Antonio Zequila, esce Gli Alberi di Giovanni: “Il ricordo di mio padre” | “Io fidanzato? Chi vivrà vedrà”

Antonio Zequila torna in libreria col suo secondo libro “Gli alberi di Giovanni” dedicato a suo papà. Nell’opera racconta la sua famiglia, ma anche la sua vita personale con amori, film e molto altro ancora.

Abbiamo il piacere di avere Antonio Zequila in esclusiva per farci raccontare il suo libro e non solo.

Ciao Antonio, è uscito il tuo secondo libro “Gli alberi di Giovanni”, come nasce questa esperienza?

“Gli alberi di Giovanni è un libro che nasce dal momento in cui un grande dolore, quello che è il lutto, si cerca di metabolizzarlo ed esorcizzarlo con la scrittura. Scrivendo e ripercorrendo la mia vita al fianco di papà Giovanni, a penna perché credo di essere l’unico in Italia a non avere il computer, tutti i ricordi di una vita passati con papà, mamma e i miei fratelli dalla mia adolescenza alla mia tv. Poi si parla anche della mia vita lavorativa, affettiva, sentimentale e con tutte le problematiche tra gioie e dolori che può provocare il lavoro di un attore, di un uomo che lavora nel mondo dello spettacolo. In questo racconto ci sono due persone e cioè l’uomo Antonio che contrasta il personaggio Zequila. Il libro sarà in tutte le librerie d’Italia dal 28 aprile, chi vuole leggerlo sarò felice di condividere la mia storia. La mia più grande soddisfazione, che equivale a un Oscar o a un David di Donatello, è essere riuscito a scrivere un libro dedicandolo alla sua memoria…”.

Giovanni era tuo papà a cui hai dedicato il libro, che rapporto avevi con lui?

“Con mio padre ho sempre avuto uno splendido rapporto, come due amici più che come papà e figlio nonostante la differenza d’età. Mi ha dato massima libertà, massimo spazio in tutto e per tutto condividendo le mie scelte. Quando ero giovane ero il suo pupillo, mi ha viziato regalandomi motociclette, auto cabrio. Faceva il commerciante, dunque economicamente si guadagnava da viverre in maniera onesta ma stava molto bene e abbiamo vissuto sempre nel benessere. Negli ultimi anni ho dovuto fare io l’infermiere di mio padre che si era ammalato, è subentrato il signor Parkinson che l’ha costretto a letto. L’ho fatto con tutte le mie forze perché avevamo un rapporto viscerale. Lo penso sempre e condivido il suo motto: Il leone è ferito, ma non è morto”.

Nel libro racconti alcuni incontri molto importanti, la tua vita è stata piena di esperienze. 

“La mia vita lavorativa è stata variegata dal teatro, al cinema, alla televisione, fotoromanzi al jet set. Ho conosciuto persone importanti da Joan Collins a Ivana Trump e mi sono trovato a frequentare mondiali pur non essendo famoso all’estero. Col mio inglese e la mia avvenenza sono sempre stato all’altezza delle situazioni. Mi è sempre stata riconosciuta una eleganza da uomo d’altri tempi. A oggi Zequila è un personaggio simpatico e positivo, che divide. Purtroppo non possiamo piacere a tutti, l’importante è esserci perché quando ci sei vali”.

Gli alberi di Giovanni di Antonio Zequila (VelvetStyle)

Come procede la tua carriera? Dove ti vedremo a breve?

“Ho appena finito un fotoromanzo da protagonista, i serial per Grand Hotel che ha una storia di cinquant’anni dove hanno lavorato personaggi del calibro di Sophia Loren e Vittorio Gassman. Abbiamo fatto questo fotoromanzo in Puglia al Parco dei Principi e devo dire che mi piace sempre. I protagonisti siamo io, Giorgio Manetti e Matilde Brandi. Ho in ballo un film importante sullo sbarco di Anzio, Angelita, con la regia di Massimo Paolucci che gireremo a breve in inglese e farò la parte di un ufficiale americano. Si tratta di un film in costume, militare”.

Sei stato anche in diversi reality show, ce n’è uno a cui ancora non hai partecipato e che ti piacerebbe fare?

“Ho fatto diversi reality dall’Isola dei Famosi al Grande Fratello Vip e altri ancora. C’è uno che mi piacerebbe fare che non ho mai fatto, Pechino Express magari con Aristide Malnati, con il quale ho fatto il GfVip, nel ruolo dei Fratelli Capone. Ci siamo trovati pur non conoscendoci, siamo diventati fratelli. Lo ringrazio che ha fatto la prefazione del libro. È un bravissimo ragazzo, molto colto”.

Il libro di Antonio Zequila (VelvetStyle)

Zequila ha avuto sempre la nomina di latin lover, oggi sei fidanzato? Come vedi il tuo futuro sentimentale?

“L’uomo italiano è sempre stato visto come latin lover da Rodolfo Valentino a Marcello Mastroianni che hanno fatto sognare decine di generazioni. Il termine da un lato mi inorgoglisce, ma sono un semplice uomo nato di bell’aspetto, di grande educazione e rispetto tramandate dai miei genitori. Per quanto riguarda la vita sentimentale? Guai a vivere senza l’amore che è il fulcro della vita. Noi esseri umani siamo alimentati dall’amore che deve esserci sempre. È un valore aggiunto. Chi non ce l’ha deve andare a trovarselo. Io ce l’ho? Chi vivrà vedrà”.

Matteo Fantozzi

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Matteo Fantozzi

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